Moncler continua a salire a Piazza Affari, seppure con minore intensità rispetto alla scorsa seduta (+6,5% la performance in chiusura), animata dalle indiscrezioni di Bloomberg su un possibile interesse per il gruppo da parte di Kering.
Intorno alle 13 resta il migliore titolo del listino milanese: al prezzo di 42,1 euro per azione segna un rialzo dell’1,8% rispetto al closing di ieri. L’indice Ftse Mib registra invece un debole +0,19%. La capitalizzazione del gruppo del Galletto si avvicina così ai 10,9 miliardi.
«Moncler - ha precisato ieri il presidente e ceo Remo Ruffini in una nota - intrattiene periodicamente contatti e interloquisce con investitori e altri operatori del settore, tra cui il gruppo Kering, su potenziali opportunità strategiche per promuovere ulteriormente lo sviluppo dell'azienda, senza che, allo stato, vi sia alcuna ipotesi concreta allo studio».
Come si legge sul web, Ruffini avrebbe avuto contatti con Kering già nel periodo della quotazione, avvenuta a dicembre del 2013 a un prezzo poco sopra i 10 euro per azione.
Mentre da Moncler non arriva una vera e propria smentita, gran parte degli analisti finanziari reputa il possibile ingresso di Kering un’operazione ragionevole.
Per Equita l’interesse di Kering è plausibile. «L’acquisizione - dicono gli esperti della Sim - permetterebbe di diluire il peso di Gucci sui risultati del gruppo. Oggi il brand rappresenta circa l’83% dell'ebit del colosso francese».
«Kering - aggiungono - potrebbe portare risorse organizzative e manageriali e supportare più rapidamente i vari progetti di crescita in corso».
Ruffini, che oggi ha il 22,5% delle quote, potrebbe riservarsi una minoranza, ma sarebbe opportuno che mantenesse la guida creativa e strategica. Quanto al prezzo dell’offerta, per Equita è ipotizzabile un premio del 30% sui prezzi attuali, ossia circa 50 euro per azione.
«Ruffini e il suo management hanno gestito la società in modo quasi perfetto, portandola a livelli di massimo senza precedenti, perciò aggiungere valore attraverso l’acquisizione non è facile», commentano da Bernstein.
Di certo, il marchio potrebbe beneficiare delle skill e delle dimensioni di Kering sul fronte digital, dove ha già sviluppato una distribuzione globale. Inoltre, avrebbe maggiore potere contrattuale nella scelta delle location per il retail fisico.
Gli analisti di Goldman Sachs hanno confermato il prezzo obiettivo a 12 mesi su Moncler, pari a 43 euro, e il rating “buy” sul titolo.
Anche a loro parere l’azienda potrebbe trarre vantaggio dalle dimensioni di Kering e della sua piattaforma digitale, oltre che dall’esposizione ai Millennials: «Visti i livelli di Moncler raggiunti sul fronte della profittabilità operativa, non pensiamo tanto a possibili sinergie di costo, quanto a un impulso al raggiungimento degli obiettivi in essere, per l’emergere di nuove opportunità di vendita».
Gli esperti di Citigroup, che definiscono Ruffini un «manager eccezionale», pensano che tra Moncler e Kering ci sia qualcosa in più di un semplice colloquio esplorativo in corso e mettono in connessione la possibile vendita dell’azienda dei piumini con il fatto che più si apprezza, più diventa difficile venderla.
«Nonostante i tentativi di Kering di ridurre la dipendenza da Gucci dovrebbero essere accolti positivamente - commentano da Gam Investments - ci aspettiamo che sia Moncler a trarre vantaggio, in termini di reazione del prezzo delle azioni, ora che questo ambito asset quality growth è semi-ufficialmente "in gioco"».
Per gli analisti si tratterebbe di un’operazione diversa dall’acquisizione di Tiffany da parte di Lvmh, basata sulla comprovata esperienza del gruppo francese nell’imprimere un’inversione di rotta per gli asset di lusso in difficoltà.
«Moncler - spiegano - è già una società gestita in maniera eccellente, leader di settore sia nella produttività che nella redditività delle vendite. È difficile capire come Kering potrebbe gestire meglio questa azienda. Semmai il management di Moncler potrebbe trasmettere le proprie best practice ai marchi soft luxury di Kering, con buoni risultati».
E proseguono: «La logica di Kering sarebbe, con tutta probabilità, una diversificazione da Gucci, che attualmente rappresenta l'80% dei profitti del gruppo, per entrare in una fase di normalizzazione dopo diversi anni di crescita che ha sfidato la legge di gravità, sotto la guida del designer Alessando Michele». Quanto al valore dell’operazione, gli analisti di Gam Investments ritengono che Moncler meriti «un bel premio» rispetto all’attuale valutazione di 10 miliardi di euro.