La domanda debole negli Usa e Hong Kong porta Hugo Boss a rivedere le stime sugli utili operativi 2019.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, la fashion house tedesca (nella foto, un look indossato dal fotografo David Kitz) adesso prevede che l’ebit si attesterà nell’intervallo 330-340 milioni di euro, in calo dai 347 milioni di un anno prima. In agosto aveva invece ipotizzato una crescita nella parte bassa delle percentuali “high-single-digit” (intorno al 7%).
Il gruppo, che pubblicherà i dati del terzo trimestre il 5 novembre, è cresciuto del 2% nel secondo trimestre reso noto in agosto, a parità di valute. I ricavi hanno raggiunto i 675 milioni di euro, sostenuti dal +8% a cambi comparabili in Asia-Pacifico.
Su base semestrale le vendite sono aumentate dell’1% senza l’effetto cambi a 1,33 miliardi di euro, mentre l’ebit è sceso del 9% a 130 milioni.
Il management teme un indebolimento della domanda negli Stati Uniti, per effetto del calo dei consumi interni e dello shopping dei turisti, ma anche gli effetti delle proteste a Hong Kong.
Sulla scia di queste indicazioni, in tarda mattinata le azioni Hugo Boss registrano una contrazione di oltre il 13% alla Borsa di Francoforte e passano di mano al prezzo di 38,76 euro.
Ieri invece avevano chiuso la seduta con un incremento di quasi un punto percentuale, beneficiando dei risultati positivi di Lvmh, che mostravano un effetto-Hong Kong relativamente contenuto sulle vendite globali a nove mesi.
Il gruppo del lusso proprietario del Louis Vuitton e Christian Dior ha però successivamente precisato che fra luglio e settembre i ricavi nell’ex-colonia britannica sono diminuiti del 25% circa.