Base d'asta 10mila euro

Fallimento Rifle: niente svendite al dettaglio, si procede con aste online per negozi e grossisti

Niente temporary store dove vendere a prezzi stracciati jeans, felpe e T-shirt firmate Rifle. La pandemia ha reso complicato il progetto di vendere al dettaglio i circa 70mila capi (ma un inventario è ancora in corso) provenienti dal fallimento del marchio e convinto il curatore fallimentare a optare per un'asta online alla portata di negozi e grossisti e non più di privati come originariamente previsto.

Il progetto, infatti, prevede di raggruppare i capi in lotti di vaste dimensioni e venderli all’asta online nelle prossime settimane: da un minimo di 5mila pezzi a lotto con base d’asta 10mila euro, fino a lotti da 10mila capi di abbigliamento. «Siamo ancora in attesa che il perito termini le sue stime, dopodichè fisseremo la data per l'asta, che ragionevolemente sarà entro la fine del mese di marzo», racconta a fashionmagazine.it Fabio Talente, coordinatore dell’Istituto vendite giudiziarie di Firenze Prato e Pistoia.

A convincere che questa, vista la situazione sanitaria, è la soluzione migliore e l’unica praticabile, è anche il buon esito delle aste online che sono state bandite finora. Nei giorni scorsi, infatti, si è chiusa la vendita di 147 lotti nei quali erano stati divisi arredi, attrezzature, macchine da cucire, computer, smartphone provenienti dagli uffici di Barberino, sede del brand.

I lotti assegnati sono stati 91, con un incasso complessivo di 50mila euro che si aggiunge agli altri ricavi delle vendite giudiziarie e andrà a ristorare i creditori del fallimento.

L’eventuale invenduto delle aste di questi oggetti sarà di nuovo messo all’asta con uno sconto del 50% rispetto al valore della prima asta. Mentre non si prevede un'asta di invenduti per la parte di abbiglamento «almeno a giudicare dall'interesse che i capi stanno suscitando, anche se i prezzi circolati, due tre euro per dei jeans, sono una pura fantasia mediatica», conclude Talente.

an.bi.
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