Gravato dalle chiusure temporanee per la pandemia,
Geox si unisce alla fitta schiera dei brand che nei primi nove mesi del 2020 hanno visto il fatturato assottigliarsi pesantemente.
Nel caso dell'azienda calzaturiera guidata da
Mario Moretti Polegato i ricavi si sono attestati a 429,8 milioni di euro (-33,2%), con un parziale recupero (-23,7%) nel terzo trimestre, grazie a una ripresa del sell out nei negozi diretti, trainato dai saldi estivi.
Da gennaio a settembre le vendite nei multimarca, pari al 51,5% del totale, sono state di 221,5 milioni (-29,9%). Anche nel franchising (7,8% del totale), si è assistito a un sostanziale dimezzamento. Men peggio è andata sul fronte dos (directly operated store, 420 su complessivi 891
Geox Shop al 30 settembre scorso), da cui deriva il 40,7% del giro d'affari: la contrazione si è fermata in questo caso a un -32,8%. A oggi le vendite comparabili dei dos sono ancora gravate da un -32%, in seguito al secondo lockdown.
A dare una boccata d'ossigeno è stato il canale online diretto, che ha registrato un +40% sui nove mesi e un +43% a oggi, con un +84% nel mese di ottobre.
Tra le aree geografiche, l'Italia - che rappresenta quasi il 24% del turnover aziendale - ha assistito a un calo di vendita da 184 a 102,2 milioni di euro, l'Europa da 276,4 a 205,9 milioni, il Nord America da 34,1 a 18,3 milioni e gli altri Paesi da 148,7 a 103,3 milioni.
In Asia, la Cina è un'osservata speciale: insieme a Hong Kong e Macao è stata penalizzata da un -44% di fatturato, ma le vendite comparabili nei negozi diretti sono migliorate, dal -50% del primo quarter al -10% circa del terzo, con l'online a +13%.
Le calzature fanno tuttora la parte del leone (89,7%) dell'offerta, totalizzando ricavi per oltre 385 milioni di euro (-33,6%). 44,2 milioni è la cifra relativa all'abbigliamento, in calo del 29,7%.
Una nota assicura che "la situazione patrimoniale e finanziaria è solida e il gruppo, grazie alle azioni intraprese, sta mantenendo uno stretto controllo dell'indebitamento, nonostante gli impatti una tantum derivanti dall'epidemia".
Al 30 settembre la posizione finanziaria netta ante Ifrs 16 era di -84,3 milioni di euro, dai -20,6 milioni alla stessa data del 2019. Il terzo quarter ha comunque generato 11 milioni di cassa, grazie al buon andamento delle vendite scontate in estate e degli incassi dei clienti. Stabile il mese di ottobre.
"Il Covid ha profondamente segnato i nove mesi - ribadisce il comunicato - con ripercussioni di carattere sanitario, economico e sociale a livello globale e con una sostanziale sospensione di tutte le attività commerciali non essenziali per quasi tutto il secondo quarter. Abbiamo ritenuto prioritario proteggere le fondamenta dell'azienda, ossia il capitale umano e quello finanziario".
Fin dall'inizio dell'emergenza sono state avviate attività di monitoraggio e salvaguardia della salute dei dipendenti, anche ricorrendo costantemente a test sierologici e tamponi, offerti su base volontaria. A livello di business, dopo la caduta in basso dei mesi del primo lockdown c'è stata la risalita nel terzo trimestre, seguita dal nuovo stop di questi giorni, con serrande ancora abbassate, riduzione della mobilità delle persone e un sostanziale azzeramento dei flussi turistici.
L'e-commerce, come si diceva, marcia a ritmo sostenuto (+72% da inizio ottobre), determinando un modello sempre più improntato all'integrazione tra canale digitale e fisico. Un ambito, quest'ultimo, che assiste alla chiusura dei punti vendita non strategici nelle aree più mature (nel solo terzo trimestre ci sono state 45 chiusure nette, di cui 30 dos) e alla revisione dei contratti di locazione. Molte voci di spesa vengono tagliate, per investire su altre, a partire da store da aprire nei mercati a maggiore crescita.
Si punta inoltre a potenziare le aree ricerca e sviluppo, mentre sono in arrivo nuove campagne pubblicitarie in televisione.
Impossibile fare previsioni sul fiscal year, ma "si conferma per fine anno un buon recupero di marginalità lorda rispetto a quanto riportato nel primo semestre dell'anno".
a.b.