Nei giorni scorsi il fondo Investcorp, che dal 2016 controlla Corneliani, ha depositato presso il Tribunale di Milano una domanda di arbitrato, con conseguente richiesta di danni nei confronti del socio di minoranza, rappresentato dai membri della famiglia che ha fondato il brand mantovano del menswear e detiene una quota di minoranza. Lo riporta online la Gazzetta di Mantova.
I soci di minoranza avrebbero ostacolato il processo di riorganizzazione aziendale, adottando una «strategia dilatoria» del processo di ristrutturazione finanziaria e di risanamento, anche con iniziative giudiziarie, nonché comportamenti finalizzati a ostacolare tanto il procedimento di fusione, previsto dai patti parasociali, quanto l'aumento del capitale di salvataggio.
In dicembre la famiglia Corneliani aveva fatto causa alla società di investimenti del Bahrein. Chiedeva di verificare la possibile esistenza di gravi irregolarità nella gestione per arrivare, nei casi estremi, alla destituzione del consiglio di amministrazione. Ma in gennaio il Tribunale di Brescia ha respinto il ricorso presentato il mese prima da Cristiano, Corrado e Stefano Corneliani.
In giugno, dopo un 2019 già difficile e un 2020 appesantito dagli effetti del lockdown, il consiglio di amministrazione dell'azienda ha deciso di presentare domanda per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo. A questo sono seguiti il blocco della produzione nella fabbrica di Mantova e la mobilitazione dei lavoratori.
Ora si vocifera sulla disponibilità del fondo a iniettare 10 milioni, vincolata a garanzie statali. «Serve liquidità immediata, capitale di rischio a fondo perduto, che deve essere garantito dagli azionisti», hanno dichiarato nei giorni scorsi i sindacati alla Gazzetta di Mantova. Il tavolo preposto per discuterne sarebbe il Mise, da cui attendono una riconvocazione dopo quella di 15 giorni fa, dalla quale ancora non è scaturito nulla.