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Nicki Macfarlane: la British little couture che parla anche italiano

Il marchio Nicki Macfarlane ha portato in Fortezza da Basso durante Pitti Bimbo un assaggio della sua couture per piccole principesse, finita su tutti i media ai tempi del Royal Wedding di William e Kate, grazie agli abiti da sogno delle piccole damigelle.

Fondato dall'omonima stilista, il brand è stato acquisito l'anno scorso dall'azienda torinese Rgs Diffusion, che ha gettato le basi per un rilancio in cui si inserisce la presenza al salone fiorentino.

«Contiamo su una distribuzione in un'ottantina di negozi internazionali, oltre al monomarca londinese, aperto tre anni fa dalla fondatrice in Langton street, nel quartiere di Chelsea» ha spiegato il ceo di Rgs Diffusion Roney Simon, in uno stand dove erano esposti vestiti da sogno per le occasioni più importanti, dai matrimoni - per i quali Nicki Macfarlaine realizza anche mise per le damigelle adulte - ai party, fino a battesimi e cerimonie religiose.

«La nostra forza - ha proseguito Simon, che ha affermato di voler portare il fatturato da 1,5 a 11 milioni di euro nel giro di due anni - è una collezione che mantiene il forte legame con il Regno Unito, dove viene prodotta, e che piace alla clientela internazionale, in particolare statunitense».

Gli States, dove Nicki Macfarlane è distribuita tra gli altri da Bergdorf Goodman e Magic Windows, rispettivamente sulla Quinta Strada e sulla Madison di New York, «sono il nostro secondo mercato dopo quello inglese, mentre nel canale online siamo distribuiti per esempio da Childrensalon. Con lo stand a Pitti Bimbo iniziamo la nostra scalata all'Italia, dove per ora la presenza si concentra su 13 multimarca».


a.b.
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