L’apprezzamento per le nuove collezioni, che hanno portato a maggiori acquisti a prezzo pieno, un buon controllo dei costi e nuove iniziative nelle aree tech e supply chain fanno lievitare i profitti di Hennes & Mauritz, che nel trimestre terminato il 31 agosto passa da 1,82 a 4,69 milioni di corone svedesi (circa 460 milioni di euro, da 180 milioni). Così il gruppo del fast fashion termina i nove mesi in territorio positivo: 6,39 milioni di corone, dai precedenti -1,24 milioni.
Come anticipato a metà mese, tra giugno e agosto i ricavi del colosso svedese si sono attestati a 55,58 miliardi di corone svedesi (quasi 5,5 miliardi di euro), in aumento del 9% rispetto all’analogo periodo del 2020 (+14% senza l’effetto cambi).
Nel bilancio a nove mesi le vendite si sono attestate a 142,15 miliardi, dai 134,48 dei nove mesi fiscali del 2020 (+5,7% e +13% senza l’effetto cambi) nonostante sul periodo incida la chiusura temporanea di circa 1.800 store, a causa delle ripetute restrizioni legate al covid.
Le vendite di settembre, come anticipa il management, risultano leggermente superiori a quelle del settembre 2020 in valute locali, benché si assistano a ritardi nei flussi di prodotto. Le chiusure temporanee sono invece scese a una cinquantina.
Nei progetti per il 2021 dell’azienda guidata da Helena Helmersson c’è il lancio in Cile dell’e-commerce, a cui seguirà nel 2022 l’arrivo in Perù, Colombia e Uruguay. L'anno prossimo saranno inoltre raggiunti cinque nuovi mercati: Ecuador, Nord Macedonia, Kosovo e in franchising Costa Rica e Cambogia.
La società che controlla anche i marchi Cos, Monki, Weekday, Cheap Monday, & Other Stories, H&M Home, Arket e Afound è attiva in 53 mercati online e in circa 4.850 negozi fisici per un totale di 75 mercati (inclusi i franchising) e 153mila impiegati.
Alla Borsa di Stoccolma, in mattinata le azioni H&M passano di mano a 185,50 corone svedesi, in aumento dello 0,42% rispetto alla chiusura di ieri (nella foto, lo store H&M di Miami).