Il ciclone coronavirus avrà un forte impatto sulle imprese, che taglieranno il traguardo del 2020 con un calo del fatturato del 42%. Lo rivela l'indagine effettuata dalla Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa). Tra i settori più colpiti, il turismo (-66,3%), la moda (-56,7%) e il commercio (-54%). Più contenuta la flessione per i servizi alle imprese (- 40%).
La crisi provocata dall'emergenza sanitaria ha portato a un significativo ricorso agli ammortizzatori sociali, che ha interessato il 69,3% delle imprese con dipendenti (di cui il 51% con sospensione a zero ore).
Il maggiore utilizzo si registra nel manifatturiero, a partire dalla moda (78,9%), seguita da produzione (78,6%), legno e arredo (78,4%) e servizi alla persona (77,5%).
Il sondaggio, che ha coinvolto un campione di circa 14mila imprese, registra lo scontento della maggior parte degli intervistati per come è stata gestita la prima fase dell'emergenza e gli orientamenti circa la Fase 2.
Pareri negativi sui provvedimenti finora varati dal Governo a favore dell'economia. In particolare sul tema credito e liquidità: oltre il 70% esprime un giudizio molto negativo contro il 14,6% delle risposte positive. Circa il 95% delle imprese che hanno presentato domanda per il credito attende ancora una risposta.
A proposito della moratoria sui finanziamenti e gli ammortizzatori sociali, il 30% degli interpellati si è dichiarato favorevole alle misure messe in atto. Un'impresa su due ha fatto ricorso alla sospensione dei versamenti fiscali e contributivi e solo il 50% delle realtà che hanno presentato domanda per la moratoria sui finanziamenti ha ricevuto risposta positiva.
Paradossalmente le imprese che operano nei settori sottoposti da subito al lockdown e con ricavi azzerati non hanno potuto beneficiare della sospensione, che ha interessato solo il 65,9% del turismo, il 63,4% dei servizi per la persona, il 58,2% del commercio e il 53% della moda.
Il peggioramento dei risultati economici per oltre il 50% è il risultato della notevole contrazione della domanda di beni e servizi e per il 15% dall'aumento dei costi per assicurare le misure di sicurezza.
Tra gli investimenti prioritari in vista del rilancio la sicurezza è citata dal 77,9% del campione e supera l’80% nel segmento servizi alla persona.