Con l’inflazione e i costi dell’energia
In attesa della pubblicazione dei risultati annuali, il prossimo 17 settembre, Associated British Foods, casa madre di Primark, ha pubblicato l’outlook per il prossimo esercizio finanziario.
L’insegna di moda low cost dovrebbe registrare un incremento delle vendite per effetto dei prezzi e dell’espansione della rete distributiva. Il management si aspetta tuttavia una certa volatilità sul fronte costi, legata al rafforzamento del dollaro (già emersa nell’ultimo trimestre del fiscal year in corso) e ai maggiori costi dell’energia.
L’inflazione, nelle previsioni, andrà inoltre a colpire il reddito disponibile dei consumatori, anche se Primark promette un’azione significativa volta a mitigarne gli effetti sulla sua offerta. Ne consegue che il prossimo anno fiscale i margini operativi dell’insegna irlandese dovrebbero risultare inferiori alla cifra risultante nella seconda metà dell’esercizio in corso.
Anche a livello di gruppo - che spazia anche nell'alimentare, nell'agricoltura e negli ingredienti speciali per il food - sono previsti un aumento del fatturato, nonché un calo del risultato operativo rettificato e degli utili per azione, rispetto al bilancio in chiusura ora.
Per il fiscal year che sta per terminare le vendite di Primark dovrebbero raggiungere i 7,7 miliardi di sterline (circa 8,85 miliardi di euro): il 40% in più rispetto all’anno prima a cambi costanti. Il risultato beneficia di un’accelerazione in Regno Unito nel quarto trimestre, mentre in Europa continentale le vendite del periodo sono risultate inferiori alle attese.
In generale il trend risente anche della fine delle restrizioni legate al Covid e di un ritorno a una sorta di normalità nel comportamento dei consumatori. L’operating profit margin di Primark atteso è pari al 9,6%, grazie all’8% della seconda metà dell’anno fiscale.
A oggi il fashion retailer conta un network di circa 400 store in 14 Paesi e ha all'attivo più di 70mila addetti.
L’insegna di moda low cost dovrebbe registrare un incremento delle vendite per effetto dei prezzi e dell’espansione della rete distributiva. Il management si aspetta tuttavia una certa volatilità sul fronte costi, legata al rafforzamento del dollaro (già emersa nell’ultimo trimestre del fiscal year in corso) e ai maggiori costi dell’energia.
L’inflazione, nelle previsioni, andrà inoltre a colpire il reddito disponibile dei consumatori, anche se Primark promette un’azione significativa volta a mitigarne gli effetti sulla sua offerta. Ne consegue che il prossimo anno fiscale i margini operativi dell’insegna irlandese dovrebbero risultare inferiori alla cifra risultante nella seconda metà dell’esercizio in corso.
Anche a livello di gruppo - che spazia anche nell'alimentare, nell'agricoltura e negli ingredienti speciali per il food - sono previsti un aumento del fatturato, nonché un calo del risultato operativo rettificato e degli utili per azione, rispetto al bilancio in chiusura ora.
Per il fiscal year che sta per terminare le vendite di Primark dovrebbero raggiungere i 7,7 miliardi di sterline (circa 8,85 miliardi di euro): il 40% in più rispetto all’anno prima a cambi costanti. Il risultato beneficia di un’accelerazione in Regno Unito nel quarto trimestre, mentre in Europa continentale le vendite del periodo sono risultate inferiori alle attese.
In generale il trend risente anche della fine delle restrizioni legate al Covid e di un ritorno a una sorta di normalità nel comportamento dei consumatori. L’operating profit margin di Primark atteso è pari al 9,6%, grazie all’8% della seconda metà dell’anno fiscale.
A oggi il fashion retailer conta un network di circa 400 store in 14 Paesi e ha all'attivo più di 70mila addetti.
e.f.
