Positivo l'andamento di
MyTheresa nel trimestre archiviato lo scorso 30 settembre. Crescono il gross merchandise value (Gmv), pari a 197,9 milioni di euro rispetto ai precedenti 163,9 milioni (+20,8% e +28,5% nel caso specifico degli Usa) e le vendite nette, a quota 175,9 milioni e in progress dell'11,4%, mentre il margine lordo si porta dal 49% al 49,9%, confermando il focus sul business full-price. Cala tuttavia l'ebitda adjusted, da 14 a 11,6 milioni di euro, con un margine del 6,6%.
Il ceo
Michael Kliger (nella foto) conferma l'outlook sul fiscal year, che secondo le previsioni si chiuderà con un Gmv compreso tra 865 e 910 milioni di euro (in aumento nel range +16%/+22%), vendite nette tra i 755 e gli 800 milioni (+10%/+16%), un utile lordo tra 410 e 435 milioni (+16%/+22%) e un ebitda adjusted tra 68 e 76 milioni, con un margine tra il 9% e il 9,5%.
Kliger sottolinea che è l'unicità di MyTheresa che ne determina il dinamismo, in una fase in cui altre piattaforme di e-commerce faticano a ripetere i fasti del periodo pandemico.
«Il nostro - afferma - è innanzitutto un luxury business, prima che un digital business e questo ci rende diversi da altri player. Puntiamo sulla diversificazione dell'offerta, sempre nell'alto di gamma, e sull'agilità, il che ci ha consentito di crescere in tutte le categorie merceologiche a partire da quella introdotta più recentemente,
Life, che riguarda il lifestyle e la casa». Nel quarter i top customer si sono incrementati del 22,7% e i nuovi clienti sono stati oltre 105mila.
Anche a livello geografico, precisa il manager, le performance sono omogenee, con gli Stati Uniti particolarmente ricettivi e un incremento «molto buono» in Cina mainland, «dove i nostri team locali sono in espansione e stiamo attivando nuove partnership». Nel Paese di
Xi Jinping, tra l'altro, è stato introdotto il
China Designer Program by MyTheresa, per supportare i designer cinesi e dare loro la massima visibilità.
Tra gli highlight del periodo le capsule messe a punto con
Gucci,
Chloé,
Givenchy,
Christian Louboutin,
Jacquemus,
Loewe,
Bottega Veneta e altri e il lancio della
Love Trotter Bag di
Etro, in concomitanza con il debutto di
Marco De Vincenzo alla direzione creativa della griffe. Cresce il
Curated Platform Model (
Cpm), che attualmente conta sette brand.
a.b.