L’e-tailer britannico Asos chiude l’esercizio fiscale con ricavi in aumento del 19%, sostenuti dal +18% delle vendite in Regno Unito e dal +20% realizzato all’estero.
Nel bilancio che per Asos termina il 31 agosto, l’utile ante-imposte è cresciuto del 329% a 142,1 milioni di sterline, dopo che i ricavi hanno totalizzato 3,3 miliardi di sterline.
In Regno Unito, in particolare la piattaforma di fashion e-commerce ha realizzato un +18%. In Europa è cresciuta del 22%, negli Stati Uniti ha messo a segno un +25% e nel resto del mondo un +18%.
In un anno le visite dei britannici sono aumentate del 17% e i loro ordini sono cresciuti del 10%. Le visite degli europei hanno registrato un +20%, mentre gli ordini sono cresciuti del 14%. Negli Usa salgono del 19% le visite e del 9% gli ordini.
Il management (nella foto, il ceo Nick Beighton) ritiene che il la società resti ben posizionata per cogliere le opportunità globali ma resta cauto in merito all’andamento futuro della domanda, mentre restano incerti i tempi di contenimento della pandemia e di scoperta di un vaccino.
Escludendo gli impatti positivi del Covid-19 sull’esercizio appena concluso, i vertici stimano di continuare a far crescere la redditività, mantenendo una generazione di cassa positiva. Inoltre fanno sapere di essere consapevoli delle potenziali conseguenze finanziarie associate alla Brexit. «La portata e la natura dell'impatto - dicono - rimangono al di fuori del nostro controllo».
Questi punti interrogativi penalizzano il titolo alla Borsa di Londra. Poco dopo le 15 italiane Asos registra un calo di oltre 10 punti percentuali, mentre l’indice Ftse Aim All Share perde lo 0,7%.