Completata oggi l'acquisizione di Tiffany & Co., con la quale Lvmh si è aggiudicato lo storico player americano della gioielleria attraverso un deal da 15,8 miliardi di dollari: un'operazione che per il gruppo francese si è tradotta in uno sconto di circa 425 milioni di dollari rispetto all'offerta iniziale.
Anthony Ledru, attuale executive vice president, global commercial activities di Louis Vuitton, sarà amministratore delegato, prendendo il posto di Alessandro Bogliolo. Il manager italiano era entrato in Tiffany nel 2017, proveniente da Diesel.
Escono di scena, oltre a Bogliolo, il chief artistic director Reed Krakoff - che non verrà rimpiazzato - e l’executive vice president e chief brand officer Daniella Vitale.
Michael Burke diventerà chairman del board. Non ultimo, Alexandre Arnault, figlio del patron Bernard Arnault, rivestirà in Tiffany il ruolo di executive vice president, produce and communications.
Per farlo il giovane Arnault alleggerirà la propria posizione in Rimowa, di cui è a.d. da tre anni a questa parte: terrà infatti per sé la poltrona di presidente non esecutivo, dando maggiori poteri a Hugues Bonnet-Masimbert, che da executive vice president, sales and client operations sarà promosso a chairman e ceo.
Nel curriculum di Anthony Ledru spicca un’approfondita esperienza nel settore preziosi, avendo trascorso 12 anni in Cartier, dove è stato vice presidente del retail, per passare nel 2011 in Harry Winston come vice presidente delle vendite.
Per Ledru Tiffany & Co. non è una nuova conoscenza: nel periodo tra l'uscita da Harry Winston e l'approdo a Louis Vuitton (avvenuto nel 2014) ha trascorso un paio d'anni presso il brand a stelle e strisce, in qualità di senior vice president del Nord America.
Tra le priorità del neo-ammnistratore delegato e dei vertici dell'era Lvmh il restyling della rete distributiva, composta da 326 store (dato aggiornato a fine marzo), un’azione mirata sul prodotto e la comunicazione e investimenti su mercati promettenti, come la Cina.
Con una nota pubblicata il 31 dicembre, Lvmh aveva reso noto che un’ampia maggioranza degli azionisti di Tiffany aveva dato l’ok, nel corso di un’assemblea straordinaria, alle nuove condizioni per l’acquisizione del gioielliere newyorkese, annunciate a fine ottobre.
Questo ha comportato da parte dei soci l’accettazione di un prezzo d’offerta di 131,50 dollari per azione, dai 135 previsti nell’accordo originario del novembre 2019.
Il sì dei soci ha messo fine a una vivace battaglia legale, in cui sono state messe in discussione anche le performance di Tiffany.
Nel terzo trimestre, terminato il 31 ottobre, Tiffany & Co. ha totalizzato 119 milioni di dollari di utile, dai 78 milioni di un anno prima e le vendite hanno mostrato sostanzialmente una tenuta: -1%, poco sopra il miliardo di dollari, sopra i 973 milioni previsti dagli analisti di Wall Street.
In seguito al closing della fusione per Tiffany, che fa parte dell’indice S&P 500, si procederà al delisting dalla Borsa di New York.