Massimo Piombini è arrivato alla guida di Diesel il 27 gennaio e il 6 febbraio c'è stato il primo contingentamento per il Covid-19. Un inizio intenso e nonostante il lockdown il riposizionamento è già partito e molte cose sono già cambiate in azienda: una nuova squadra manageriale, un approccio più digital, a cominciare delle campagne vendita che diventano virtuali.
Intervistato da Maria Silvia Sacchi di L'Economia del Corriere della Sera afferma: «Il virus ha dato uno scossone che ci ha permesso di mettere in atto decisioni che avremmo comunque preso, ma con tempi più lunghi».
Il top executive, che ha lavorato in passato per marchi come Balmain, Valentino, Gucci e Bally sottolinea l'importanza per il marchio Diesel di tornare al core del denim: «Il brand diventerà quello che Renzo Rosso vuole: una vera alternativa al lusso. Perché questo avvenga dobbiamo lavorare su tutti i livelli dell'impresa, dalle fornitore fino ai negozi».
La nuova Diesel ripartirà quindi dal denim, ma anche dalle sneaker, considerate complementari.
A proposito dei cambiamenti a livello manageriale, Piombini racconta che il Nord America ha un nuovo ceo: Patrick Valeo (ex Gucci e Givenchy) ha sostituito Stefano Rosso, figlio di Renzo, tornato a Braganze per seguire nuovi progetti, mentre le attività di marketing saranno guidate dall'ex Luxottica Ennio Perrone.
Piombini spiega come il nuovo showroom virtuale realizzato con Accenture resterà anche a pandemia conclusa. «Cambierà il modo di progettare le collezioni: non c'è più bisogno di una campionario fisico, si riducono i costi della campagne vendita, le emissioni prodotte dagli aerei presi per venire in showroom».
Proprio in vista del cambiamento scatenato dal Coronavirus, da cui non si tornerà più indietro, Piombini pensa di reclutare nuovi talenti per Diesel, non necessariamente provenienti dal mondo moda. «Lavorando con Accenture ho scoperto opportunità che potrei impiegare in futuro, ragazzi che non hanno mai lavorato nella moda che possono portarci anche la visione su come sta evolvendo il mondo a valle, che noi non conosciamo. Pensiamo quante opportunità si stanno generando grazie agli strumenti digitali».