Ricavi netti in discesa del 62%, a 498 milioni di dollari rispetto agli 1,3 miliardi dell'analogo periodo precedente, in parte compensati dalla crescita dell'e-commerce. Dopo la pubblicazione dei risultati del secondo quarter, Levi's guarda con cautela alla seconda metà dell'anno e prevede di tagliare 700 posti di lavoro.
Il calo di oltre il 60% del turnover è il risultato della chiusura temporanea dei negozi diretti, in franchising e wholesale a causa del lockdown, parzialmente compensata dall'e-commerce, salito del 25% nel trimestre, con un'accelerazione crescente mese dopo mese, fino ad arrivare al +80% a maggio.
Il margine lordo è sceso di 19,2 punti percentuali, al 34,1%, principalmente per i costi di inventario legati alle interruzione della attività, a causa del Covid-19, che hanno sfiorato gli 87 milioni di dollari.
Il margine lordo rettificato è stato del 51,5%, con una riduzione di 180 punti base, soprattutto a causa dei margini lordi all'ingrosso più bassi, dovuti a una percentuale maggiore di vendite in Europa, in mercati e canali con una marginalità inferiore, parzialmente compensata dal beneficio degli aumenti di prezzo.
Nel trimestre l'azienda ha registrato una perdita netta di 364 milioni di dollari, che rispecchia i 242 milioni, al lordo delle imposte, degli oneri di ristrutturazione e dei costi di inventario e altri oneri in relazione alle interruzioni dell'attività dovute all'emergenza sanitaria.
Si nota inoltre una perdita netta rettificata di 192 milioni di dollari, principalmente derivante dalle chiusure temporanee di punti vendita al dettaglio gestiti direttamente, in franchising e wholesale.
L'ebit rettificato è negativo per 206 milioni di dollari, dal momento che l'impatto negativo sui ricavi della pandemia è stato solo parzialmente compensato dalle azioni volte al risparmio dei costi messe in atto dalla società.
Le rimanenze totali, a fine trimestre, sono aumentate del 10%, al netto delle riserve, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, nonostante lo scivolone dei ricavi, grazie alle aggressive azioni messe in atto dall'azienda e all'alta percentuale delle vendite derivate da prodotti core.
«Abbiamo iniziato l'anno con un forte slancio, ma la pandemia globale e le crisi economiche hanno avuto un impatto negativo sui risultati del secondo trimestre – ha dichiarato Chip Bergh, presidente e amministratore delegato di Levi Strauss & Co. -. Sono orgoglioso di come il team abbia intensificato la sua risposta all'emergenza, accelerando l'attivazione delle principali funzionalità di e-commerce e omnichannel, tagliando proattivamente i costi, gestendo la liquidità in modo intelligente e cercando modi innovativi per collegare il marchio Levi's con i suoi fan».
«Per diventare una realtà sempre più snella, attenta al mercato e alla struttura dei costi - ha proseguito - abbiamo preso la difficile decisione di ridurre la nostra forza lavoro non al dettaglio e non manifatturiera di circa 700 posizioni, o circa il 15% del totale, che prevediamo genererà un risparmio annuo di 100 milioni di dollari».
«La pandemia – ha detto ancora Bergh - sta accelerando i cambiamenti nel panorama del commercio al dettaglio e nelle abitudini dei consumatori. Noi incrementiamo sempre più le strategie nel canale digitale, avvalendoci delle potenzialità dell'Intelligenza Artificiale e della scienza dei dati e sfruttando i nostri marchi iconici, per concentrarci ancora di più sulla Gen Z e la sostenibilità. Riteniamo che ciò ci consentirà di accrescere ulteriormente la nostra posizione di leader del mercato ed emergere più forti da questa crisi».