Il Covid continua a incidere fortemente sui bilanci di Guess. Dopo il primo trimestre archiviato con un calo del 51,5% del fatturato, il secondo quarter si è chiuso per il brand losangelino con ricavi netti di 398,5 milioni di dollari, rispetto ai 683,2 dell'analogo periodo dell'anno precedente, in contrazione del 41,7% (41,2% a valuta costante).
Nei tre mesi chiusi l'1 agosto 2020 l'azienda ha riportato perdite per un totale di 20,4 milioni di dollari a fronte di utili per 25,3 milioni di dollari registrati nell'analogo periodo dello scorso esercizio fiscale.
Nelle Americhe il business ha avuto un cedimento del 44,7% al dettaglio e del 51,6% sul fronte wholesele. In Europa e Asia i ricavi sono diminuiti rispettivamente del 39,5% e del 39,7%, mentre le entrate derivanti dalle licenze hanno avuto una flessione del 34,5%.
Nel secondo trimestre i negozi Guess, chiusi a marzo a causa della crisi sanitaria, hanno iniziato a riaprire i battenti, ma in media non sono stati operativi per circa il 30% periodo. A oggi sono in totale 1.084 i punti vendita diretti della griffe, a cui si aggiungono 538 vetrine gestiti da partner e distributori. Il 95% sono attualmente operativi.
«La pandemia ha continuato a impattare sulla nostra attività nel secondo quarter. Siamo rimasti concentrati sulla gestione di ciò che era sotto il nostro controllo, compresa la riduzione dei costi e l'ottimizzazione della gestione delle scorte e dell'uso del capitale - è il commento del ceo Carlos Alberini -. Credo che i nostri sforzi siano stati ripagati, poiché abbiamo ridotto al minimo le perdite nonostante una flessione del 42% del turnover».
Nei primi sei mesi del fiscal year il fatturato si è attestato a 658,8 milioni di dollari, in flessione del 46%, con una perdita netta di 178 milioni di dollari, rispetto all'utile netto di 3,9 milioni dei sei mesi archiviati nell'agosto 2019. La perdita netta rettificata ha raggiunto i 119,6 milioni di dollari, a fronte di un utile netto rettificato di 7,8 milioni nell'analogo periodo di riferimento.
Nelle Americhe i ricavi retail hanno ceduto il 50,8%, mentre il business wholesale ha registrato un -47,6%. In Europa il turnover ha avuto una flessione del 43,3%, superata di poco dall'Asia (-46,2%), con i ricavi delle licenze diminuiti del 32,9%.
L'azienda californiana non ha fornito previsioni finanziarie né per il prossimo quarter, né per l'intero anno fiscale, vista l'incertezza sull'evoluzione della pandemia. Ma Alberini è cautamente ottimista: «Siamo ben posizionati per la seconda metà dell'anno. Sono molto entusiasta dei prodotti e del piano di marketing per le festività natalizie. La crisi ha spinto il nostro team a pensare in modo diverso, ad affrontare ogni aspetto del business e a progettare un modello più semplice, incisivo, leggero e flessibile».