I numeri sono in netta crescita e gli obiettivi sono chiari: Rosario Toscano, ceo di Akoni, commenta con soddisfazione le performance commerciali e strategiche con cui il gruppo di eyewear da lui co-fondato nel 2019 si è presentato, per la prima volta, all’appuntamento con il Mido: il giro d’affari nel 2022 è cresciuto del 110% grazie al business delle licenze (Balmain e Valentino) e ai risultatiti dell’home brand, Akoni.
«Quest’anno il fatturato segnerà +50%, sarà un periodo di consolidamento ma non smettiamo di guardarci intorno», racconta l’imprenditore-manager, incontrato a Milano durante la fiera dell’occhialeria, conclusasi con successo il 6 febbraio. «Avremmo già dovuto partecipare al Mido, ma a causa della pandemia di Covid-19, questa è stata la nostra prima volta – spiega Toscano -. Il lato positivo di questo ritardo è che arriviamo in fiera, che per noi è come essere alla prima fashion week, con un numero di marchi e collezioni più elevato di quanto sarebbe stato possibile altrimenti».
L’essere nati nel periodo pandemico non vi ha impedito di emergere e di conquistare nuove licenze, precedentemente in mano ai grandi gruppi. Come ci siete riusciti?
Abbiamo scelto il nome Akoni - che in latino significa inestimabile, degno di ammirazione - perché rappresenta lo standard che definiamo per il nostro prodotto, il nostro marchio e noi stessi. Crediamo che l'autenticità e l'eredità siano le chiavi del successo, sia nel settore della moda che in quello del lusso, e questo è uno dei tanti motivi per cui siamo così entusiasti di lavorare con Balmain e Valentino.
Quali risultati avete ottenuto a livello distributivo?
Akoni con tutte le sue linee ha il bisogno di mantenere il suo posizionamento elevato, pertanto la distribuzione rimane molto selettiva ed esclusiva. Nel mondo abbiamo circa 800 doors per brand, di cui oggi circa 100 sono in Italia rimanendo sicuramente il mercato in Europa per noi più rilevante, anche se solitamente per quanto riguarda l’occhialeria specializzata è la Francia. Con la riapertura della filiale in USA andremo ad intensificare la nostra presenza in un mercato che per noi oggi rappresenta grand parte del fatturato, in un futuro prossimo sarà previsto un progetto di espansione che riguarderà anche l’Asia.
Sono stati due anni intensi: nel 2021 avete lanciato le collezioni con Balmain, l’anno scorso è stata la volta di Valentino. Dobbiamo attenderci new deal anche nel 2023?
Per mantenere la nostra mission solida ed assicurarci un’appropriata presentazione delle linee nel loro posizionamento e nell’educazione del cliente finale per ora proseguiremo con le due licenze Balmain e Valentino. Non posso negare però il desiderio un giorno di avere brand moda che non hanno mai avuto la licenza occhiali o realizzare una brand extension per un brand che opera nell’alta gamma dell’orologeria.
Un evento come il Mido, dove quest’anno erano presenti tutti i big, ma anche brand stranieri e piccole realtà indipendenti, è un po’ come una fotografia dello stato dell’arte. Come vede il futuro del settore dell’occhialeria?
Il mercato dell’eyewear è sicuramente in continuo fermento ed è destinato a crescere di 76 miliardi di dollari nel periodo 2023-2027, ma quello che mi preme sottolineare di più è il cambiamento che sta avvenendo nel sistema moda nella percezione dell’occhiale come categoria merceologica e in questo Akoni Group vuole essere pioniere. Nel futuro, inoltre, probabilmente ci sarà maggior segmentazione e polarizzazione del settore con i due estremi: l’alta gamma del lusso e le grandi catene e tutto ciò che è premium sarà meno appetibile per il pubblico finale.