Vf Corporation archivia il quarto trimestre con vendite pari a 2,6 miliardi di dollari (+22,8%) e un utile di 89,5 milioni, dalla precedente perdita di 483,8 milioni.
Il fiscal year 2021 si chiude con un fatturato di 9,2 miliardi di dollari, in calo dell'11,9% ma con una solida profittabilità: anche se in riduzione del 40% rispetto ai passati 679,4 milioni di dollari, l'utile netto sfiora infatti i 408 milioni.
«Già dall'inizio dell'anno - commenta il chairman, presidente e ceo Steve Rendle - abbiamo intrapreso azioni importanti per proteggere le nostre persone e l'azienda, investendo parallelamente nella trasformazione e nell'accelerazione della crescita organica. Ci siamo impegnati a creare valore e spingere la crescita e questo ci ha portato a una posizione di forza».
Il dato annuale evidenzia un andamento differenziato a seconda dei mercati (+24% il turnover in Greater China, mentre a livello internazionale si parla di un -7%) e anche dei canali: le vendite direct-to-consumer sono arretrate del 5%, quelle digitali hanno invece fatto un balzo del 67%.
Tra le categorie merceologiche l'Active è stato più penalizzato (-15%, con un analogo calo per quanto riguarda il brand Vans), ma anche l'Outdoor ha subito una flessione (-11%, con un -9% per The North Face, nella foto da Instagram). Il segmento Work è progredito del 7%.
Il +22,8% dei ricavi del quarto trimestre (o +16%, se si esclude l'impatto delle acquisizioni) è stato trainato dai marchi più solidi di Vf, dall'e-commerce e da buone performance nella regione Apac, che durante l'analogo periodo di un anno prima si trovava nel cono d'ombra.
Rendle e i suoi stimano per il fiscal year 2002 una rimonta di circa il +28% del giro d'affari, che dovrebbe attestarsi a 11,8 miliardi di dollari, di cui circa 600 milioni provenienti da Supreme, label acquisita a fine 2020 mettendo sul piatto 2,1 miliardi di dollari
La divisione Outdoor dovrebbe avanzare tra il +23% e il +25%. Quanto all'Active, si profila un +34-36%. Per il Work, infine, l'incremento potrebbe essere tra il 10% e il 12%.
Tutte a doppia cifra alta le previsioni di crescita sui mercati, con l'Emea tra +29% e +31%, l'Asia Pacifico tra +18% e +20% e l'America (Stati Uniti esclusi) tra +28% e +30%.
Il canale direct-to-consumer punta a un +38-40%, che include un +29-31% in ambito digitale.
a.b.