Dopo l’appello del mondo tessile

L'occhialeria sotto scacco del caro energia: a rischio l’attività delle Pmi. Servono ristori immediati

Anche gli imprenditori del settore occhialeria si uniscono all’appello lanciato pochi giorni fa dai rappresentanti dei distretti del tessile. La crisi energetica mina la ripresa del comparto, fa sapere l’Anfao, che invoca aiuti concreti da parte di governo e istituzioni.

Mentre Luxottica chiede ai suoi dipendenti di lavorare di più nel mese di settembre, per far fronte alla crescente domanda di mercato, l’intero comparto si trova a dover fare i conti con gli aumenti esorbitanti dei costi dell’energia, nonostante l’industria dell’eyewear non sia particolarmente energivora. I costi, infatti, si sono sempre tenuti di media entro la soglia del 5% del totale.

Ma ora i livelli dei prezzi stanno rendendo difficile la gestione, fa sapere un comunicato di Anfao: «Se già nel 2021 l’aumento dei costi dell’energia e delle materia prime aveva fatto sentire il suo peso su quelli della produzione, dopo la guerra in Ucraina si è scatenata una crisi globale che pesa sui bilanci delle imprese». Uno scenario in cui si è innescato un rialzo record dell’inflazione che grava sul potere di spesa delle famiglie.

«Questa crisi che non è più solo energetica, ma è ormai globale. Ci ha fatto ripiombare nell’incertezza e sta mettendo a dura prova tutto il nostro settore. In particolare è a rischio quella ripresa che con tanta fatica abbiamo riagganciato dopo due anni di pandemia», afferma il presidente di Anfao, Giovanni Vitaloni.

Proprio l’occhialeria era stata tra i settori più reattivi nel dopo-Covid, grazie alla sua dimensione internazionale, con i numeri del comparto che nel 2021 si erano riportati sui livelli pre-pandemia.

La produzione del Belpaese, assicurata da 848 aziende a livello nazionale che impiegano 18mila addetti, è stata infatti lo scorso anno di 4,17 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2019.

Ma ora, in mancanza di nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, tantissime realtà del comparto potrebbero essere a rischio nei prossimi mesi, soprattutto le piccole e medie imprese, è l’allarme lanciato da Anfao.

«Servono interventi strutturali a medio e lungo termine mirati a una maggiore autosufficienza energetica dell’Italia e dell’Europa e una revisione del meccanismo di definizione del prezzo del gas», sostiene Vitaloni.

Nell’imminente, invece, sono imprescindibili misure di sostegno che aiutino concretamente le imprese e le famiglie, prosegue Vitaloni, che auspica lo stanziamento di ristori immediati: «Il nostro appello alle istituzioni e al governo è quello di un intervento immediato, perché ogni ritardo potrebbe mettere a repentaglio posti di lavoro e addirittura la prosecuzione dell’attività di diverse nostre Pmi».

c.me.
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