Sarà perché i risultati sportivi in Formula 1 latitano, ma Ferrari sembra sempre più intenzionata ad affermarsi come marchio non solo per gli amanti dei motori, ma per tutti gli appassionati del suo stile.
Lo dimostrano la recente nomina di un designer di primo piano come Rocco Iannone (nella foto) alla direzione creativa della Ferrari Brand Diversification e l'accordo siglato con il Gruppo Armani, che produrrà capi e accessori con il simbolo del Cavallino Rampante.
Il cambio di strategia dell'azienda era apparso evidente già ad aprile, quando per guidare la comunicazione era stata scelta Jane Reeve, ex amministratore delegato della Camera Nazionale della Moda Italiana, ma l'arrivo di Rocco Iannone - operativo dal 4 novembre - ribadisce le volontà del gruppo di lasciare il segno in fatto di stile.
Iannone, ex Pal Zileri ma che in passato ha lavorato anche per Armani, avrà la responsabilità di sviluppare la creatività, il design e l’immagine di tutte le collezioni di abbigliamento e di accessori a marchio Ferrari, prodotte direttamente e in licenza. Si occuperà quindi anche dei prodotti realizzati con Giorgio Armani.
L’inedita partnership, che unisce due tra i nomi più famosi e potenti del made in Italy sul piano internazionale, è stata annunciata dall’amministratore delegato del cavallino rampante, Luis Camilleri: «Quello con Armani è un accordo a lungo termine, con il quale vogliamo alzare gli standard di tutti nostri prodotti e concentrarci sul made in Italy», ha spiegato l'a.d..
Non un'intesa di co-branding, ma di produzione: la collezione sarà disegnata da un team interno di Ferrari guidato da Iannone, operativo da Milano.
Nel suo ruolo di brand diversification creative director, lo stilista riporta a Nicola Boari, chief brand diversification officer di Ferrari.
Ferrari Brand Diversification è la divisione del Cavallino Rampante che si occupa dello sviluppo dei prodotti non automotive a marchio Ferrari, tra cui le linee di abbigliamento maschili e femminili e gli accessori.
«Oggi il valore di mercato dei prodotti a marchio Ferrari si stima intorno agli 800 milioni di euro», ha dichiarato Camilleri, annunciando un dimezzamento degli attuali accordi di licenza e un taglio del 30% delle categorie di prodotto.
La realtà di Maranello ha sbancato in Borsa ieri, dopo aver archiviato il terzo trimestre con ricavi pari a 915 milioni di euro (+9,2%) e con un utile netto sceso da 287 a 169 milioni, -41% ma meglio di quanto si aspettassero gli analisti. In crescita del 15% l'utile adjusted.
Il management ha rivisto al rialzo l'outlook 2019, dai 3,5 miliardi di euro di fatturato inizialmente previsti a 3,7 miliardi.
Le stime indicano un ebitda adjusted di 1,27 miliardi (contro i preventivati 1,2-1,25 miliardi), un ebit di 0,92 miliardi e un utile diluito per azione in una forchetta compresa tra 3,70 e 3,75 euro.