DOPO L’INTESA RAGGIUNTA CON LE PARTI SOCIALI

Sblocco licenziamenti, stop fino a ottobre per tessile e moda: oggi il Cdm

È atteso per oggi il varo, da parte del Consiglio dei Ministri, delle nuove misure inerenti lo sblocco dei licenziamenti e del loro inserimento nel decreto su fisco e lavoro.

Alla vigilia della scadenza del 30 giugno, il Governo e le parti sociali hanno raggiunto l’intesa: ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro del lavoro Andrea Orlando, dopo una trattativa di sette ore, hanno firmato l’avviso comune insieme ai leader dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali.

Per le imprese del settore manifatturiero che hanno esaurito (o stanno per farlo) gli ammortizzatori sociali emergenziali previsti dal D.L. n.41/2021, viene “azzerato il contatore” e potranno contare su un massimo di ulteriori 13 settimane di cassa, fruibili fino a dicembre.

Ne consegue che per i datori di lavoro delle realtà che operano in questi settori rimane il divieto generalizzato di licenziamento per motivi economici, tranne le eccezioni già previste dalle regole vigenti, come cessazione definitiva dell’attività, accordo collettivo aziendale di incentivo all’esodo e fallimento.

In particolare, resta confermata la speciale “attenzione” riservata a tessile e moda, uno dei settori più colpiti dallo tsunami Covid 19, per il quale è prevista una proroga dello stop ai licenziamenti fino a ottobre 2021.

Detto altrimenti, le aziende del tessile, abbigliamento, pelletteria potranno fruire di altre 17 settimane di Cig gratuita, dal primo luglio fino al 31 ottobre.

A queste novità si aggiunge la dichiarazione congiunta diffusa ieri sera da Palazzo Chigi, sindacati confederali e associazioni datoriali: «Le parti sociali – si legge nel testo – alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro».

La deroga per il tessile-moda fa tirare un sospiro di sollievo agli addetti ai lavori, che nell’ultimo anno e mezzo si sono mobilitati da più parti per ribadire il ruolo centrale dell’industria del fashion per il Paese, che impiega oltre 800mila persone fra dirette e indirette ed è stato uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria.

Un concetto ribadito anche stamattina a Firenze dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, in occasione dell’inaugurazione di Pitti Uomo: «Il governo si è mosso semplicemente in base ai dati – ha detto parlando con i giornalisti a margine dell’incontro -. Abbiamo visto che la cassa integrazione in particolare riguardava i settori del tessile in senso lato, che comprende anche le calzature e quant'altro. Questa è una misura che chiedevano sia i sindacati che i datori di lavoro, per tale motivo siamo andati in questa direzione».

a.t.
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