Dopo una trimestrale a segno meno, con l'ebitda sceso dell'82% a 12 milioni di euro, Salvatore Ferragamo conferma gli obiettivi di medio-lungo termine, ma a causa della crisi sanitaria non è in grado di formulare previsioni attendibili circa le performance del 2020.
Tra le grandi sfide per il rilancio c'è il digital. Segnali positivi arrivano intanto dalla Cina, dove da marzo il business ha dato buoni segnali di ripresa.
Cali significativi nel periodo anche per i ricavi del gruppo, scesi a -30,1%, per un totale di 222 milioni di euro, per l'ebit, ridotto a -36 milioni di euro rispetto ai 21 milioni del primo trimestre 2019, e per l'utile netto (-41 milioni rispetto agli 11 del primo trimestre 2019).
In discesa anche il margine lordo, pari a 130 milioni (-35,1%). L'incidenza sul fatturato è passata dal 63,3% al 58,7% a causa della diffusione del coronavirus, a partire dalla Cina, e da maggiori accantonamenti per obsolescenza.
L'ebitda, come si diceva, è calato dell’82%, a 12 milioni di euro, con un'incidenza percentuale sui ricavi del 5,2% rispetto al 20,5% dello scorso esercizio,
Il capitale circolante netto è aumentato dell'11%, passando da 301 milioni a 334 milioni. In particolare, le giacenze di magazzino sono salite del 2,3% a cambi correnti.
Al 31 marzo il gruppo ha registrato una posizione finanziaria netta adjusted (al netto dell'impatto del principio contabile Ifrs16) positiva di 123 milioni, rispetto ai 179 milioni del 31 marzo 2019.
Nel mese di gennaio Salvatore Ferragamo ha registrato una solida performance in tutti i principali mercati ma poi, con il diffondersi dell'epidemia, a febbraio e marzo la situazione è precipitata, a partire dalla Cina e dall’Asia e, a seguire, in Europa, in America e nel resto del mondo. Scenario che ha portato alla chiusura della maggior parte della rete distributiva del gruppo.
L'area Asia-Pacific, che si conferma il primo mercato per il gruppo, ha registrato vendite in calo del 43,4%. In particolare, i negozi a gestione diretta in Cina hanno visto una diminuzione delle entrate del 39,9%. In Emea i ricavi sono calati del 26%, in Giappone del 19,7%, in Nord America del 18,5%. In Centro e Sud America il gruppo ha avuto una perdita del 16,3%.
Tra le categorie di prodotto, le calzature hanno avuto ricavi in discesa del 32,4%, borse e accessori flettono del 29,4%, mentre i profumi hanno avuto una diminuzione significativa del 43,4%. Il canale retail ha registrato vendite in riduzione del 28,6%, mentre il wholesale ha registrato un -32,3%.
Nel primo quarter del 2020 gli investimenti sono ammontati a 5 milioni, in discesa del 48,6% rispetto all’analogo periodo del 2019, come risultato della revisione del piano di investimenti mirato a mantenere esclusivamente quelli ritenuti essenziali o prioritari.
In occasione della call con gli analisti, ieri sera, 12 maggio, la ceo Micaela Le Divele Lemmi ha detto che ora una delle priorità è il digitale, non solo per quanto riguarda l'e-commerce, ma anche relativamente all'adozione di iniziative mirate a ingaggiare i clienti e a rinforzare i valori etici e di sostenibilità del gruppo.
Lo scorso mese la società ha lanciato il nuovo sito web e l'online store, mentre in occasione della scorsa edizione di Milano Moda Donna, a febbraio, era scesa in pista con la sua showroom digitale.
Per quanto riguarda il prodotto, il brand ha deciso di estendere le collezioni Pre-fall, con consegne ritardate e con progetti mirati a prolungare la permanenza sugli scaffali a prezzi full price della Spring 2020.
A proposito dei mercati chiave, le ceo ha citato la Cina, dove si osserva un regolare ritorno ai livelli pre-pandemia, ma non ha potuto fare previsioni su aree come l'Europa e gli Stati Uniti: «Abbiamo bisogno di capire se i territori più maturi avranno la stessa attitudine», ha dichiarato.