Nel bilancio chiuso a marzo 2019 il fatturato della capogruppo di Dolce&Gabbana, D&G Srl, si è attestato a 1,38 miliardi di euro, in aumento del 4,9%.
Come riporta Reuters, che ha visionato il documento (di regola i risultati non sono resi pubblici), oltre la metà dei ricavi deriva dal network retail, outlet compresi.
Da un confronto con l’esercizio precedente emerge il minor contributo - dal 25% al 22% - alle vendite globali dell’Asia-Pacifico: un mercato dove il marchio è stato oggetto di numerose critiche nel novembre 2018, dopo la pubblicazione di alcuni video giudicati sessisti e razzisti (cui sono seguite le scuse pubbliche di Domenico Dolce e Stefano Gabbana e la cancellazione della sfilata-evento di Shanghai).
La crescita dei costi fissi, legati alle nuove aperture e all’incremento degli affitti (+10,6% nell’esercizio e e pari a quasi il 60% dei ricavi) si è fatta sentire sull’ebitda annuale, sceso di oltre il 40% a 87,2 milioni. L’ebitda margin si è ridotto al 6,3% dal precedente 12,2%, mentre l’utile netto ha accusato un -77%, poco oltre i 14 milioni di euro.
«La buona partenza della stagione retail autunno/inverno – si legge nel bilancio - potrebbe essere il segnale di un secondo semestre migliore delle attese di inizio esercizio».
Alla Dolce&Gabbana stimano una «leggera crescita» complessiva, trainata da Europa e America, mentre è atteso un trend «in diminuzione» nell’area Greater China (nella foto, la sfilata maschile per la prossima estate).