Evento a Les Baux-de-Provence

Chanel e l'omaggio a Jean Cocteau

Una rilettura del passato degli anni Venti fatti di incertezze, di carteggi epistolari tra Gabrielle Coco Chanel e il poeta, saggista e drammaturgo Jean Cocteau, è all’origine delle idee creative trattate diffusamente per la collezione Chanel Cruise 2022 da Virginie Viard, direttore creativo della Maison. Una lezione per il momento presente, che vede gli stessi dubbi di quel passato dal futuro incerto.

«Perché Gabrielle Chanel era vicina a Cocteau, e adoro il film Testament of Orpheus», dichiara Virginie Viard «In particolare questa magnifica scena: un uomo con la testa di un cavallo nero scende nelle Carrières de Lumières, la sua sagoma ritagliata contro le pareti bianchissime».

In un suggestivo scenario delle Carrières de Lumières, ex cave di pietra di Les Baux-de-Provence, Virginie Viard manda in scena una collezione fatta di delicati chemisier ricamati, caftani stampati con motivi floreali, mantelle in macramè nero, le giacche in tweed e bluse a righe bretoni.

La descrizione della semplicità e della poesia dei film di Cocteau contribuiscono a creare una collezione con due ben distinti colori, il brillante bianco e il nero profondo.

In bilico tra l’allure bohemian e quello punk, che ci ricordano l’avvento del rock negli anni’60 e l’avvento dell’antimoda degli anni ’80, spuntano calze a rete, piercing con logo Chanel a forma di doppia C, catene in vita e lunghi satoir accompagnati da orecchini di perle o micro pochette indossate come giarrettiere su mary-jane con le punte metalliche.

Riconoscibile tra i look della sfilata è anche il volto di Lola Nicon, che torna in passerella per essere protagonista (anche) delle stampe sulle T-shirt, proprio come fosse una rockstar.

Il viaggio nell’inesauribile immaginario di Gabrielle Chanel si conclude nel grande finale dove le modelle, con un gesto di massima espressione di libertà, liberano delle colombe bianche.

Qui la distinzione cromatica non ha più importanza come i pensieri opposti di due grandi amici avessero trovato un teorema di conciliazione, ritornando dove tutto ha avuto inizio: il divano al numero 31 di rue Cambon, a Parigi e non più in Provenza. 

a.c.
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