La crisi pandemica ha cambiato il mondo, le esigenze e le abitudini d’acquisto delle persone e, di conseguenza, il dialogo tra aziende e consumatori, che avviene sempre più attraverso la lingua del digitale.
Alla sua prima edizione il Fashion&Luxury Digital Summit, promosso da Bain & Company in collaborazione con Google, ha puntato a delineare quale impatto potrà avere questo cambio di prospettiva, dove la dimensione virtuale ha permeato gran parte dei processi, accelerando in maniera repentina un cambiamento che era già in atto.
«Agilità, resilienza e capacità di adattamento all’instabilità del mercato - ha detto in apertura Claudia D’Arpizio, senior partner e global fashion&luxury practice leader di Bain&Company – saranno fondamentali per andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori» e la digitalizzazione farà da bussola per un approccio consumer-centric, supportando le aziende con «i giusti strumenti e la giusta velocità».
Del resto, come ha detto Jacopo Allegrini, head of retail, fashion, luxury di Google Italia, proprio l’online è stata l’ancora di salvezza per le aziende al tempo del lockdown, tamponando il drastico calo delle vendite durante la chiusura dei negozi fisici: una nuova relazione con il digitale che da congiunturale sta diventando strutturale e che richiede dunque di affrontare il futuro con un phygital mindset.
Sebbene gli acquisti sul web non siano riusciti a compensare le perdite accumulate durante i mesi più critici della pandemia, «in futuro è prevedibile – ha aggiunto Simone Zucca, director retail, fashion luxury & finance di Google Italia – che buona parte dei ricavi possano provenire dall’e-commerce”.
A fare da termometro sono anche le ricerche online per i segmenti Luxury e Premium, che a partire dall’inizio del 2020 – a livello globale - hanno riscontrato un balzo, con rispettivamente un +22% e un +30%.
Cambierà anche il ruolo del negozio fisico, che passerà da “Regional channel offer” a “Hub & Touchpoints value proposition” e nuovi valori – come quello della sostenibilità – dovranno essere messi in agenda, in modo da essere sintonizzati sulle esigenze che i consumatori, soprattutto quelli più giovani, avevano già manifestato prima della pandemia. Basti pensare che le ricerche online con la parola chiave sostenibilità sono cresciute del 17%.
Un altro fattore chiave che farà da baluardo nelle future strategie aziendali, come emerso dal digital summit, sarà la personalizzazione, non solo dell’offerta, ma anche dei contenuti online e delle strategie scelte per relazionarsi con il pubblico. Cruciale sarà allora l’analisi dei dati e la profilazione intelligente, per una strategia comunicativa mirata ed efficace (nella foto, una proposta Prada).