«Penso che Il 2021 sarà un anno simile al 2020, ma a semestri ribaltati: è iniziato peggio, ma credo che nella seconda parte andrà meglio. Il digitale ci sta aiutando, ma nessuno può fare a meno del wholesale, tantomeno un brand come il nostro».
Per Claudio Marenzi la partecipazione di Herno a Milano Moda Donna non è semplicemente una vetrina per presentare la nuova collezione FW21/22 di Globe, l'etichetta che indica i capi sostenibili del brand, ma anche l’occasione per illustrare il momento di cambiamento che sta vivendo il marchio.
«Andiamo in controtendenza - afferma l’imprenditore -. Tanti marchi dicono di aver concentrato l’offerta, noi invece in questi mesi abbiamo lavorato per ampliarla: nuovi colori, nuovi modelli, contenuti sempre più innovativi. Perché i nostri buyer stanno chiedendo novità e non carryover in vista del ritorno alla normalità».
In questi ultimi 12 mesi l’azienda di Lesa, sul lago Maggiore, si è dato molto da fare anche sul fronte della sostenibilità: «Globe è il nostro fiore all’occhiello in questo campo, ma il nostro sforzo ormai è quello di essere il più sostenibili possibile sul processo produttivo, perché presto questo sarà un aspetto dato ieri scontato. Quindi il nostro impegno è realizzare prodotti sostenibili esteticamente appealing e al giusto prezzo».
Un po’ come sta accadendo con l’e-commerce, che i lockdown causati dalla pandemia hanno reso indispensabile. «I nostri piani prevedevano il lancio dell’e-shop nel 2021 - spiega Marenzi - ma abbiamo anticipato i tempi. Siamo online da settembre e i risultati sono incoraggianti. Anche perché abbiamo sempre pensato all’e-commerce come a un investimento in brand awareness, un po’ come il retail monomarca, e invece sta performando al meglio».
Ma per Herno il business resta legato al canale fisico, con una riscoperta dei negozi di prossimità: «I pesi dei mercati sono cambiati. Cina e Russia hanno tenuto per merito dei consumi interni che sono cresciuti, vista l’impossibilità di viaggiare. Anche in Italia abbiamo registrato lo stesso fenomeno e alcuni punti vendita multimarca hanno visto ritornare una clientela abituata a fare shopping altrove. Gli Usa hanno sofferto più di altri, ma sono pronto a scommettere che saranno tra i primi mercati a ripartire».
Queste dinamiche di mercato hanno determinato una perdita di fatturato per Herno, anche se molto inferiore alla media del settore, «ma abbiamo ceduto il 13% in termini di ricavi, mentre le marginalità sono rimaste positive», commenta Marenzi, aggiungendo che questo non impedirà all’azienda di proseguire con gli investimenti. «Potremmo per esempio puntare su pop up ed eventi speciali», conclude. an.bi.