Per la prima volta dall’esordio a Wall Street
(nella foto),
Farfetch è finito sotto il prezzo dell’Ipo, ma secondo gli analisti non c’è da allarmarsi.
Ieri, 10 ottobre, il titolo ha toccato un minimo a 18,39 dollari per azione, per concludere la seduta a 20,76 dollari (-2,7%), che corrisponde a una capitalizzazione di 6 miliardi di dollari. Oggi, intorno alle 17,30 italiane registra un -0,6% a 20,6 dollari, proseguendo il cammino discendente intrapreso dal 24 settembre, quando aveva toccato il suo massimo assoluto a 30,25 dollari.
Come riporta
BoF, che cita i numeri di
Dealogic, non è così singolare che dopo il listing l’euforia degli investitori si plachi: delle 191 matricole di quest’anno negli Usa, 70 trattano al di sotto del prezzo di esordio (sulla base dei prezzi di chiusura di lunedì 8 ottobre).
Le tensioni fra Usa e Cina influiscono sulla spesa in beni di lusso in entrambi i Paesi, ma non è il solo fattore che condiziona gli scambi. «Tenuto conto delle preoccupazioni in merito ai dazi, della discesa dei mercati azionari e in particolare del settore lusso, una correzione di Farfetch dopo il listing non sorprende», dichiara a
BoF Mario Ortelli, managing partner della società di consulenza nel lusso
Ortelli & Co.
Il modello di business di Farfetch non prevede onerosi asset fisici come magazzini e negozi, che spesso pesano sui margini delle vendite delle aziende della moda. La società di Londra opera inoltre in un segmento, l’e-commerce di alta gamma, che lo scorso anno è cresciuto del 24%, a 27 miliardi di dollari nelle stime di
Bain & Company.
Tuttavia, nonostante il +60% dei ricavi del 2017 (a 386 milioni di dollari), Farfetch è in perdita per 112 milioni di dollari (in parte per effetto degli investimenti in tecnologia).
«Non è ancora trascorso un mese dall’Ipo, non bisogna allarmarsi - ribadisce un analista di
Forrester -. La mia ipotesi è che numerosi investitori stiano monetizzando il loro investimento».
Farfetch è penalizzato dal calo generalizzato degli indici di Wall Street - che risente dei timori di un aumento del costo del denaro, legato a un aumento dei tassi della Fed - ma anche dalle vendite che hanno colpito, in particolare, il settore hi-tech. Dopo le 17, l’indice S&P 500 segna un -0,9%, dopo sei giorni consecutivi di ribassi. Sul Nasdaq
Amazon segna un -2,77% e
Stitch Fix un +0,3%.
e.f.