Green, innovazione, digital e automazione per la ripresa 2021-22

Prometeia-Intesa Sanpaolo: nel 2020 moda fanalino di coda del manifatturiero

Prometeia e Intesa Sanpaolo prevedono per il 2020 un calo del fatturato del manifatturiero italiano a due cifre, zavorrato dal sistema moda (-25,4%), in coda alla classifica con autoveicoli e moto (-26,8%).

Sulla performance del settore fashion – come si legge nel rapporto Analisi settori industriali di ottobre - pesano «una stagione andata sostanzialmente persa, per i provvedimenti restrittivi alla mobilità intrapresi in primavera, e una chiusura d’anno caratterizzata da un clima di incertezza, con limitazioni alla vita sociale che freneranno ancora i consumi».

«A partire dai mesi estivi - affermano i ricercatori - l'industria manifatturiera italiana ha registrato un recupero intenso e diffuso alla gran parte dei settori, che tuttavia, in un quadro ancora fortemente incerto, non potrà impedire, anche in assenza di nuovi lockdown generalizzati, un calo del fatturato del 14,3% a prezzi costanti a consuntivo 2020».

Per il 2021-22 è però previsto un significativo rimbalzo del fatturato manifatturiero, «a un tasso di crescita medio annuo del 6,8% a prezzi costanti, dietro l’ipotesi di una gestione più efficiente dell’emergenza sanitaria». Se l’attuale escalation dei contagi non dovesse essere arginata con le misure varate e non dovessero arrivare nei tempi attesi cure efficaci e vaccini, si potrebbe innescare una crisi di fiducia che condizionerebbe le prospettive del prossimo biennio.

Volano della ripresa della manifattura saranno gli investimenti, «grazie a un’iniezione senza precedenti dei fondi europei che punta su transizione green, innovazione, digitalizzazione e automazione, per accelerare i processi di trasformazione già in atto».

Prometeia-Intesa Sanpaolo si aspettano un percorso fatto di sfide e opportunità, anche se l’intensità della crisi 2020 lascerà evidenti segni su alcuni settori, tra cui la moda, che nel 2022 dovrebbe mostrare livelli di export ancora inferiori di oltre il 10% rispetto al 2019.

Per il 2020 il manifatturiero, nel suo complesso, dovrebbe subire un calo della redditività operativa del 4,5% e una diminuzione del capitale proprio del 4%, ma i livelli resteranno comunque superiori a quelli del critico 2009. Questo per via della resilienza del nostro sistema industriale, legata alla solidità patrimoniale e finanziaria raggiunta alla vigilia della crisi e alle misure di sostegno alla liquidità messe in campo dal governo.

Le imprese a rischio di insolvenza (con cash flow negativo), in base al report, sarebbero il 5,4% della manifattura nazionale: una quota inferiore a quella del 2012, quando l’Italia dovette affrontare una grave crisi di liquidità.

e.f.
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