I bilanci delle realtà della moda, e in particolare dell’alto di gamma, pubblicati durante l’estate mostrano un’ottima tenuta dei brand, nonostante il conflitto Russia-Ucraina e altre criticità, come i ripetuti lockdown in Cina.
Nel primo semestre il Gruppo Prada ha totalizzato 1,9 miliardi di euro di ricavi (+22%) con i suoi marchi Prada (nella foto), Miu Miu, Car Shoe, Church’s e Marchesi 1824. Di questa cifra ben 1,7 miliardi derivano dal canale retail, in crescita del 26% sullo stesso periodo del 2021 e del 38% sui primi sei mesi del 2019.
Certo, qualche grattacapo Miuccia Prada e Patrizio Bertelli lo hanno avuto: da metà marzo in media il 30% dei negozi del gruppo in Cina è rimasto chiuso in seguito alle restrizioni e si è verificata una flessione del sell out di 590 milioni di euro. Dati controbilanciati dalle ottime performance di aree come Europa (+89%) e America (+41%). Bene anche il Medio Oriente (+24%) e il Giappone (+28%).
Sempre con riferimento al periodo gennaio-giugno, le vendite del Gruppo Kering sono state pari a 9,93 miliardi di euro (+23% a tassi correnti e +16% a tassi comparabili), con un balzo del 28% in confronto con lo stesso periodo del 2019. In avanzata del 16% il risultato operativo, con un’incidenza sulle vendite di quasi il 29%.
La griffe ammiraglia Gucci ha registrato un fatturato di 5,17 miliardi (+15% a tassi correnti e +8% a tassi comparabili), un ebit di 1,88 miliardi (+11%), mentre Saint Laurent ha raggiunto gli 1,48 miliardi (+34% a tassi comparabili) e un risultato operativo di 438 milioni (+59%). Quanto a Bottega Veneta, si parla di vendite a quota 834 milioni (+18% a tassi correnti e +13% a tassi comparabili) e di un ebit di 168 milioni (+29%).
Alla voce “altri marchi” il gruppo guidato da François-Henri Pinault ha messo a segno un +32% a tassi correnti, per un totale di 1,95 miliardi, grazie a crescite «molto robuste» di Balenciaga e Alexander McQueen e risultati «solidi» di label come Boucheron e Pomellato. «Ci sentiamo in ottima forma, nonostante le incertezze macroeconomiche», ha commentato Pinault.
Anche Furla ha fornito aggiornamenti sul proprio andamento economico, pur non diramando numeri ma solo percentuali. Un comunicato indica un +12% delle vendite globali, all’insegna di «un trend in crescita e in recupero», grazie anche alla ripresa dei consumi locali e al ritorno dei flussi turistici di prossimità e statunitensi. L’Emea è progredita del 43%, mentre il Nord America ha messo a segno un +74%. In particolare, l’Italia è cresciuta del 43%.
Sempre a proposito di Furla - che, lo ricordiamo, è alla ricerca di un nuovo ceo - è da segnalare il +6% del Giappone, che avrebbe potuto fare di più al netto della pandemia e delle restrizioni dei primi tre mesi. In controtendenza (-27%) l’Apac, soprattutto a causa delle misure anti-Covid in Cina. Al 30 giugno i punti vendita globali sono stati 432, dai precedenti 452. Il fatturato del 2021 era stato pari a 305,8 milioni.
Per quanto riguarda Piquadro, il focus è sul quarter dell’esercizio 2022/2023, chiuso al 30 giugno. I dati salienti sono ricavi consolidati pari a 32 milioni di euro (+47,2%), una posizione finanziaria netta adjusted positiva, intorno ai 15,1 milioni di euro) e una posizione finanziaria netta negativa di 37,7 milioni, includendo l’effetto del principio contabile Ifrs 16. Il mercato italiano, da cui proviene quasi il 39% delle vendite, ha visto un incremento del 38,3% e l’Europa addirittura del 59,7%, con la Germania come locomotiva. «Registriamo una generazione di cassa molto positiva per tutti i marchi - ha chiarito il presidente e a.d. Marco Palmieri - e un conseguente miglioramento della posizione finanziaria netta. Siamo decisamente soddisfatti delle performance e continuiamo a investire con fiducia».
Oltreoceano, nel primo quarter del fiscal year 2023 il fatturato di Ralph Lauren è stato di 1,5 miliardi di dollari (+8% su base reported), oltre le attese degli analisti, con l’Europa in buona salute (+17%) e il Nord America che si è difeso bene (+6%). Non sono arrivate cattive sorprese dall’Asia, in avanzata del 16%. In ascesa del 3,3% l’utile, ma sono aumentate anche le spese operative. La società ha confermato gli obiettivi al 2023.
Quanto a Capri Holdings, il fatturato è stato di 1,36 miliardi di dollari (+8,5%), ma l’utile si è ridotto da 219 a 201 milioni. In particolare, il brand Versace ha registrato ricavi per 275 milioni di dollari (+14,6%) e un utile operativo che si è portato da 48 a 52 milioni. La proiezione sull’anno del gruppo è di circa 5,85 miliardi di dollari di turnover. «Ci sentiamo ottimismi sui risultati a lungo termine delle nostre griffe Versace, Jimmy Choo e Michael Kors - ha puntualizzato il chairman e ceo John D. Idol -. Si tratta di griffe iconiche del lusso, che si proiettano verso molti anni di crescita».
Tornando in Europa, un’occhiata ai risultati di Zalando: la piattaforma online con quartier generale a Berlino - che ha da poco acquisito Highsnobiety - ha sottolineato che, dopo un secondo trimestre in cui i clienti attivi sono arrivati a 49 milioni (+11% anno su anno) e il programma fedeltà Zalando Plus è cresciuto del 164% con oltre 1,5 milioni di membri, le prospettive sono più che incoraggianti. «Siamo una squadra agile - ha affermato il co-ceo Robert Gentz -. Investiremo selettivamente in tutta la nostra attività per garantire una crescita a lungo termine».
Nel secondo quarter il Gmv (Gross Merchandise Volume) si è aggirato sui 3,8 miliardi di euro, stabile vs. lo stesso periodo del 2021 («Un quarter che era stato straordinariamente forte», precisa Gentz) e i ricavi si sono ridotti del 4%, scendendo a 2,6 miliardi di euro, «anche a causa della transizione del business a un modello di piattaforma». L’ebit rettificato è stato di 77,4 milioni, con un margine del 3%. Da notare che nel periodo la categoria Beauty si è incrementata di oltre il 30%.
«Ci concentriamo su misure di miglioramento dell’efficienza e dei margini che ci aiuteranno a rafforzare la nostra redditività nella seconda metà dell’anno - ha concluso Sandra Dembeck, cfo di Zalando - forti di un bilancio sano che ci consente di investire in tecnologia e logistica».