Nei sei mesi terminati il 30 settembre il gruppo del lusso Richemont ha registrato un calo dei ricavi del 26% a 5,48 miliardi di euro (-25% a cambi costanti).
Dopo la flessione del 47% del primo quarter, la holding che controlla marchi come Cartier, Van Cleef & Arpels e Vacheron Constantin ha visto migliorare la situazione: il secondo trimestre, infatti, ha segnato un calo del fatturato del 5% (-2% a cambi costanti).
Gli effetti negativi del calo del turismo e delle chiusure temporanee provocate dalla pandemia sono stati parzialmente mitigati dal fatto che Richemont vanta una presenza importante in Cina e che ha registrato incrementi «a cifra tripla» nelle vendite online, come spiega un comunicato.
I marchi di gioielleria in portafoglio hanno mostrato una maggiore resilienza, sostenuti dalle iniziative digital e dall’appeal delle collezioni iconiche. Si sono verificati cali più pronunciati, invece, nell’orologeria e hanno sofferto la maggior parte dei brand del business fashion e accessori (Chloé, per citare un marchio in portafoglio).
Quanto alle attività nell’e-commerce, si sa che Net-a-porter sta proseguendo la migrazione verso una nuova piattaforma tecnologica e che Ynap ha lanciato le vendite online per il marchio Montblanc in agosto e che in ottobre è stata la volta di Cartier in Regno Unito.
Il gruppo è anche soddisfatto della joint venture con Alibaba, denominata Feng Mao, che ha portato otto marchi tra cui Chloé, Piaget e Panerai ad aprire nel semestre un loro store sul Tmall Luxury Pavilion, cha sta dando risultati promettenti. Ora il gruppo elvetico è al lavoro con il gigante cinese dell’e-commerce per targettizzare la base clienti e raggiungere le città cinesi lower tier. Di oggi anche la notizia che Richemont è tra i soci di un’altra joint venture con Alibaba, Lnr-Luxury New Retail che porta all’ingresso nel capitale di Farfetch e della sua filiale cinese, per un investimento complessivo di 1,15 miliardi di dollari.
La flessione del fatturato semestrale di Richemont si è riflessa sul risultato operativo , sceso del 61% a 452 milioni, nonostante le azioni di contenimento dei costi. L’utile è passato da 869 a159 milioni (-82%).
Per assicurarsi la liquidità sufficiente ad affrontare gli effetti negativi del Covid e per continuare a investire in aree strategiche la società ha emesso un bond da 2 miliardi di euro.
In tarda mattinata, alla Borsa di Zurigo, le azioni Richemont salgono dell’8% al prezzo di 68,40 franchi svizzeri.