C'è ancora molta Italia nei piani espansionistici del marchio di luxury sneaker P448: proprio in questi giorni si inaugura a Milano la showroom di Palazzo Serbelloni, che servirà da base per l'espansione europea. A giugno Pitti Uomo farà da vetrina alla nuove collezioni estive e, infine, il nostro Paese sarà probabile meta di uno store opening, ma non prima di un paio d'anni.
A raccontare il futuro di P448, che presenta scarpe da ginnastica per uomo, donna e bambino e fattura 8,2 milioni di euro, è Wayne Kulkin, ex ceo di Stuart Weitzman, che da meno di un anno ha rilevato insieme al fondo d'investimento italiano Panda, guidato da Paolo Griffo, una quota di maggioranza del brand di sneaker, lanciato nel 2014 da Marco Samorè e Andrea Curti, che restano soci di minoranza.
«Siamo molto soddisfatti della nostra crescita internazionale - ha dichiarato Kulkin a fashionmagazine.it -. Chiudiamo il 2018 a circa 8,2 milioni di euro, in crescita del 36% rispetto all’esercizio precedente. Siamo positivi riguardo la nostra crescita futura e il nostro obiettivo è quello di raggiungere 50 milioni di euro entro il 2022».
Attualmente P448 è distribuito in 800 punti vendita tra Europa, con l'Italia primo mercato, e Stati Uniti (dove è già attiva una showroom a new York), attraverso importanti presenze in department store come Harrods, Selfridges, La Rinascente, Printemps, Bloomingdale’s.
Ma l'obiettivo è quello di spingere al massimo sull'internazionlizzazione. «Il brand - dice Kulkin - è nato ed è stato sviluppato come azienda italiana, ma la nostra prospettiva è di attivare altri mercati. Il potenziale di Cina, Usa e Russia è enorme e noi stiamo crescendo».
Quest'anno sono in cantiere anche i primi opening monomarca. «Aprire una serie di negozi in città chiave è uno dei nostri primi obiettivi», conferma Kulkin. Gli Usa avranno la priorità sull'Europa, dove il piano retail dovrebbe partire nel 2020.
«Siamo focalizzati su una strategia su tre livelli, corrispondenti a tre macro mercati: Usa, Europa Occidentale e Apac. È nostra convinzione che, se riusciremo a costruire una brand loyalty in queste tre regioni, questo ci permetterà di continuare a mantenere e sviluppare una strategia globale», sintetizza il manager.