Il 15 luglio potrebbe essere il giorno della verità per Roberto Cavalli. L’unità di crisi della regione Toscana ha fissato infatti un incontro in quella data per fare il punto della situazione dell’azienda di moda, ammessa alle procedure di concordato in bianco lo scorso aprile.
La riunione si svolgerà presso la sede regionale di Piazza dell’Unità d’Italia di Firenze, con l’obiettivo di definire il futuro della maison alla luce delle ultime indiscrezioni che vogliono Damac, gruppo immobiliare di Dubai, a un passo dalla conquista della Roberto Cavalli, grazie a un piano di rilancio del valore di 160 milioni di euro, che pare aver convinto il tribunale di Milano.
«Le istituzioni si facciano garanti del mantenimento in Toscana del sito produttivo, delle professionalità presenti e dei livelli occupazionali della Roberto Cavalli – commenta Riccardo Cerza, segretario generale Cisl Toscana -. Si deve convocare immediatamente un tavolo con le parti sociali e gli acquirenti».
L’aspetto che più potrebbe spingere il tribunale a optare per il gruppo immobiliare di Dubai (tra i candidati all’acquisto c’erano anche Otb e Bluestar Alliance) oltre agli investimenti promessi, è la garanzia di mantenere la sede e le strutture in Italia.
«Con l’entrata in scena della Damac – spiega Mirko Zacchei, segretario Femca-Cisl Firenze-Prato – si apre una fase nuova per questa importante azienda del territorio, che negli ultimi anni ha vissuto vicissitudini e ristrutturazioni. Per questo, in vista del passaggio di proprietà, si sta lavorando soprattutto sui conti e chiediamo indicazioni chiare rispetto alla forza lavoro, anche per dare un segnale di discontinuità rispetto al recente passato».
Roberto Cavalli aveva chiuso il 2017 con ricavi in calo a 152,4 milioni di euro e un ebitda negativo per 7,1 milioni. Il 2018 pare abbia segnato un miglioramento, con ricavi a oltre 160 milioni, anche se il risultato operativo risulterebbe negativo per 35 milioni di euro. Per il 2019 si ipotizza una leggera contrazione del fatturato, a 155 milioni.