Il brand valuta la partecipazione al Pitti

La riscossa di Mcs con Nemesis: «Torniamo alle radici del brand»

Mcs è pronta a tornare alla ribalta. Il marchio (ex Marlboro Classics) è in pista con un piano ambizioso di sviluppo messo a punto dalla società italiana Nemesis, di proprietà di Gianfranco e Valter Sovernigo. Che parte dalle radici della label, a cominciare dalla ripresa del logo storico per proseguire con il lancio di una capsule speciale.

 

«Il prodotto core rimarrà legato all'heritage di ispirazione americana, come sempre con un forte legame con il design italiano per quanto riguarda ricerca di materiali, design e vestibilità. Naturalmente il lavoro di rivisitazione degli archivi avverrà sempre con un occhio rivolto all'attualità», racconta a fashionmagazine.it Gianfranco Sovernigo, contitolare della società di Montebelluna, che ha riportato sulle barricate la label dopo la dichiarazione di fallimento nel 2017 dei tre brand in capo a Emerisque (oltre a a Mcs, Henry Cotton's e Marina Yachting).


 

Lo scorso anno Nemesis ha acquisito da Mcs Brand Management Company, attuale proprietaria della label, la licenza per la produzione e distribuzione del marchio sul mercato Emea (tranne la Francia, gestita dall'azienda parigina Central Way) in virtù di un'intesa decennale che prevede l'opzione di acquisto. Una possibilità che fa gola al team della società, titolare anche della linea di abbigliamento sportivo Rapax e in passato produttrice di alcune linee per Mcs.

 

«Crediamo molto nel brand e nel progetto di rilancio, quindi è naturale sperare di poterlo rilevare», spiega Sovernigo. A monte c'è un progetto ben strutturato, che ha come punto di partenza l'Italia.

 

«Ripartiamo dal mercato storicamente più importante per il brand - sottolinea l'imprenditore - attraverso l'ausilio di una master agency per il coordinamento della rete vendita, con 12 agenzie sul territorio nazionale, un’agenzia in Spagna, una in Portogallo e un distributore in Grecia. In fase di definizione un distributore per i Paesi scandinavi, storicamente il terzo mercato a valore per Mcs, mentre siamo presenti direttamente in Belgio, Bulgaria e Polonia, con la direzione commerciale che rimane in capo a noi».

 

Dopo le prime due fasi del piano strategico, mirate al riposizionamento dell'etichetta in Italia attraverso una distribuzione wholesale rivolta ai multimarca indipendenti, storici e nuovi, all'ampliamento della rete wholesale e allo sviluppo della rete estera, Nemesis è pronta a entrare nella fase tre.

 

«A gennaio presentiamo una capsule per la stagione Fall-Winter 2020, sul mercato tra giugno e luglio prossimi, che si fonda sulle radici della label, legata alla tradizione dell’outdoor e del workwear americani, con una grandissima attenzione  a dettagli e tessuti. Una proposta che affideremo a poche agenzie selezionate - anticipa Sovernigo -. Questo ci permetterà lo sviluppo della rete wholesale in negozi di fascia medio-alta, dando visibilità alla label, che oggi si posiziona in una fascia premium del mercato, con lo scopo di consolidare l’awareness sul nostro target di riferimento, raggiungendo al tempo stesso nuovi clienti e fasce di mercato».

 

Successivamente sarà il momento dell'apertura di monomarca in franchising, del consolidamento del canale wholesale e dello sbarco nell'Europa dell'Est. Per finire si punterà all'ampliamento della collezione e allo sviluppo del canale retail, con l'apertura di negozi diretti.

 

«Il brand, che oggi è venduto presso 200 clienti premium, conta su nove monomarca, ma la strategia sui tre anni prevede lo sviluppo del canale nelle vie commerciali delle principali città. Inoltre abbiamo appena raggiunto un accordo per l'opening di sei shop-in-shop in Sicilia, ma prevediamo presto di ampliare questa rete in tutta Italia, nei principali centri commerciali», chiarisce Sovernigo, che punta a raccontare il nuovo corso di Mcs a una platea più ampia: «Stiamo valutando la partecipazione al prossimo Pitti Uomo di gennaio», annuncia.

 

Tra i progetti per il futuro, c'è anche l'ipotesi di inserire il womenswear, accanto all'offerta maschile del marchio, così come si lavora all'upgrading in termini produttivi: «La realizzazione dei capi è gestita direttamente dall’azienda con fornitori prevalentemente in Turchia, Tunisia e in minima parte in Far East. Ma stiamo già lavorando alla reintroduzione del made In Italy per una parte della collezione».

 

A proposito dei numeri, l'imprenditore è ottimista, anche se il confronto è con un passato in cui la label fatturava 170 milioni di euro, forte di un network di 200 monomarca, 431 shop-in-shop e più di 1.800 multibrand. «Siamo certi che potremo fare bene in termini di prodotto e conseguentemente in termini di fatturato - dichiara -. Siamo soddisfatti dei primi risultati che a nostro avviso premiano la scelta di fare passi concreti. La nostra è una realtà imprenditoriale che non ha alle spalle un fondo finanziario e le logiche che li governano, vogliamo crescere su fondamenta solide».

c.me.
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