Esprit Holdings, quotata a Hong Kong, ha presentato un piano strategico che prevede tagli alla rete distributiva e al personale.
Nei programmi del gruppo, che impiega 6.450 persone, di cui 2.800 in Germania, c’è un taglio del 40% della forza lavoro non impegnata nei negozi. Inoltre è previsto un ridimensionamento, non ancora quantificato, della rete distributiva, inclusi gli uffici corporate collegati.
Il piano di tagli comporterà costi di ristrutturazione una tantum fra 1,5 e 1,7 miliardi di dollari di Hong Kong (fra 169 e 192 milioni di euro) nel fiscal year in corso, che chiude il 30 giugno 2019 ma benefici nel giro di due o tre anni. Il risparmio di costi previsto nell’esercizio attuale ammonta a 2 miliardi di dollari di Hong Kong.
I ricavi, ipotizzati in calo a due cifre per la fine dell’esercizio in corso, dovrebbero tornare a crescere nel fiscal year 2020/2021, dopo una strategia di riposizionamento del brand e un maggiore focus sul consumatore. Il break even a livello di ebit dovrebbe essere raggiunto in due o tre anni. Il risultato operativo dovrebbe iniziare a crescere dall’esercizio 2022/2023.
Nel primo trimestre, terminato il 30 settembre 2018, il gruppo ha totalizzato 3,3 miliardi di dollari di Hong Kong di fatturato, in flessione del 16,8% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Nel bilancio chiuso lo scorso 30 giugno le vendite sono passate da 15,9 a 15,5 miliardi, mentre la perdita operativa è peggiorata da 102 a milioni a 2,3 miliardi. Il rosso è stato di 2,6 miliardi di dollari di Hong Kong, dal precedente utile di 67 milioni.