Il calo dei ricavi rallenta nel terzo trimestre

Confindustria Moda: il settore a rischio crollo del 29% nel 2020

Nel terzo trimestre del 2020 le aziende del settore moda hanno registrato un calo del fatturato in media del -27,5% rispetto al 2019, in netta decelerazione rispetto al -36,2% del primo trimestre e al -39% del secondo. E' quanto risulta da un'indagine svolta da Confindustria Moda su circa 300 aziende del settore.

«Certo, siamo calati meno rispetto al passato, ma restano dati negativi, specie se si pensa che nello stesso periodo il Pil italiano è rimbalzato del +16,1%», ha dichiarato Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda, commentando i dati della Terza Indagine relativa all’impatto del Covid-19 sulle imprese del settore.

Secondo le stime aggiornate del centro studi di Confindustria Moda, la contrazione del fatturato complessivo per il 2020 si attesta a -29,7%, contro il -32,5% previsto a luglio, per una perdita totale stimata che si profila intorno ai 29 miliardi.

«Anche l’andamento del fatturato nel terzo trimestre - prosegue Marcolin, a capo della Federazione Italiana di Tessile, Moda e Accessorio dal luglio 2020 - conferma una debolezza più marcata rispetto ad altri settori, dovuta da una parte alla diminuzione del mercato domestico, e dall’altra alle grandi difficoltà nell’export, oltre all'assenza in Italia del turismo internazionale».

La raccolta ordini è migliorata, ma il bilancio rimane in rosso: il calo del terzo trimestre è stato del 24,7%, contro il -37,3% registrato nell'arco di tempo aprile-giugno. «Le aziende che compongono le nostre filiere sono generalmente piccole e medie imprese ed è quindi naturale che vengano più colpite rispetto alla media», ha aggiunto Marcolin nel commentare i numeri dell'analisi.

Circa l'86% delle aziende del panel prevede perdite nel fatturato annuo superiori al 10%, nettamente peggiori rispetto alle previsioni che vedono il pil italiano calare del -8%.

Per quanto riguarda i mercati esteri, alla data della rilevazione, per il 62% delle aziende italiane nessun mercato risulta ripartito, e solo un imprenditore su tre segnala un certo dinamismo da parte di alcuni Paesi strategici ovvero Germania su tutti, quindi Francia e Cina.

«L'unica, vera grande reazione positiva - aggiunge Marcolin - arriva dalla Cina, ma questo è un mercato che tocca più i grandi gruppi e meno le Pmi»

Per quanto riguarda l’export, infatti, nei primi sette mesi dall’anno l’andamento dell’export dei settori rappresentati da Confindustria Moda ha ceduto il -26,4%, contro il -14% del settore manifatturiero nel suo complesso.

Il presidente non ha escluso un ridimensionamento degli occupati, non appena la normativa renderà possibili i licenziamenti. «Prima o poi le aziende - ha concluso Marcolin - dovranno affrontare il tema occupazionale. Alcune terranno duro nell'ipotesi di un rimbalzo delle attività, ma per altre non sarà così. L'economia di mercato impone che le aziende portino in positivo i loro bilanci e quindi riducano i costi, se i ricavi non sono sufficienti».

Confindustria Moda riunisce i settori tessile, moda e accessorio per un fatturato complessivo di oltre 95 miliardi.

an.bi.
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