Il cda approva i nove mesi

Ferragamo: +17% i ricavi, +35% l’ebit

Nonostante l’aumento degli investimenti in marketing e comunicazione, l’ebit del Gruppo Salvatore Ferragamo corre: +34,8% a 114 milioni nel bilancio a nove mesi approvato ieri in serata dal board. Una performance che beneficia del +17,2% dei ricavi a 921 milioni (+12,7% a cambi costanti), mentre l’ebitda è aumentato del 19,5% a 241 milioni. Il periodo è terminato con un utile netto di 67 milioni: il 69% in più rispetto al gennaio-settembre 2021.

Commentando le performance, il ceo e direttore generale Marco Gobbetti ha specificato: «Nel terzo trimestre abbiamo proseguito il nostro percorso di crescita del fatturato, assicurando, in particolare, la qualità delle vendite in tutti i nostri canali distributivi».

«Sono particolarmente soddisfatto dell’impatto delle collezioni primavera-estate 2023 e del nostro fashion show - ha aggiunto - il cui successo ci rende ulteriormente fiduciosi nell’accelerazione degli investimenti nella seconda metà dell’anno e nel rafforzamento delle capacità di supportare il nostro programma di crescita».

La maison fiorentina vanta anche una posizione finanziaria netta positiva per 353 milioni di euro (rispetto ai 265 milioni di euro al 30 settembre 2021).

Nei nove mesi a crescere di più è stato il canale wholesale, in accelerazione del 18,7% a cambi costanti, rispetto al +9,7 del retail. A livello di mercati, l’Emea ha corso più veloce di tutti (+37,9% senza l’effetto cambi), seguito dal Giappone (+25,5%) e dal Nord America (+15,6%), mentre l’area Asia-Pacifico è arretrata (-5,4% a valute invariate).

Dopo il recupero di ieri, in mattinata il titolo Ferragamo passa di mano a 15,17 euro per azione, in calo del 2,57% rispetto alla chiusura della scorsa seduta, mentre il Ftse Mib segna un debole +0,19%. Il gruppo da 2,56 miliardi di euro di capitalizzazione ha perso in un anno il 23,6% del suo valore.

Nelle scorse settimane un’altra quotata della moda italiana, Moncler, ha registrato un incremento delle vendite a nove mesi del 30% a valute costanti, mentre Brunello Cuncinelli ha messo a segno un +23%. A Parigi Hermès ha registrato un +24% del fatturato a cambi comparabili, mentre Yves Saint Laurent è salito del 33%. Tra gli altri marchi di punta del Gruppo Kering, Gucci ha segnato un +8% e Bottega Veneta un +13%.

e.f.
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