Si rafforza la sintonia di Blauer Junior con i giovanissimi clienti: mentre loro sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità, anche il marchio nell'orbita di Fgf Industry, il cui cardine è il capospalla sportivo, si evolve in questa direzione.
«Nella collezione FW 20/21, dedicata sia ai ragazzini che alle ragazzine - spiega il direttore commerciale, Enrico Carnio - presentiamo una serie di capi in materiali eco-friendly, a partire dal Repreve. Già introdotto nell'estivo, è ottenuto dal riciclo a partire dalle bottiglie di plastica, e garantisce prestazioni di alto livello per quanto riguarda isolamento, traspirabilità a leggerezza».
Carnio mostra inoltre alcuni modelli con un'imbottitura alternativa alla piuma, l'ovatta Sorona, che tra le performance annovera l'asciugatura ultra-rapida. «Restando in tema di imbottiture - aggiunge - non posso non citare Cash Lab: totalmente made in Italy, è fatta per il 50% di recycled cashmere e per l'altra metà si avvale di un filo ottenuto da bottiglie di plastica».
«Nelle ultime sei stagioni Blauer Junior, con cui Blauer realizza circa il 10% del giro d'affari complessivo (60 milioni di euro nel 2019, licenze comprese, ndr), è cresciuto mediamente del 20% a stagione, riposizionandosi nei più qualificati punti vendita italiani - prosegue Carnio -. In parallelo stiamo reimpostando la presenza oltreconfine, sull'onda del successo dell'adulto, con incrementi molto positivi in Spagna, richieste da nomi significativi come Bosco di Ciliegi in Russia e una partenza discretamente buona in Germania».
Un Paese, quest'ultimo, dove Blauer nella versione "da grandi" ha 400 clienti «ed è da qui che partiamo per guadagnare posizioni nella parte bambino, anche grazie al lavoro di rinnovamento del parco agenti, messo in atto da un anno a questa parte».
«In conclusione - afferma il manager - stiamo ampliando il raggio d'azione in un mercato estero che per Blauer Junior significa circa il 30% dei ricavi, attraverso la presenza per ora in un centinaio di store. Fortunatamente non smettiamo di avanzare in Italia, dove presidiamo circa 350 multimarca, con l'obiettivo di salire a 400. Poi ci fermeremo, perché strafare non è nelle nostre corde» (nella foto, un modello FW 20/21 del marchio).