È ufficiale:
Michael Kors Holdings ha acquisito la
Gianni Versace per 2,1 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro) e, con il closing dell'operazione, cambierà nome in
Capri Holdings.
«Questa è una pietra miliare per il nostro gruppo - ha commentato
John D. Idol, chairman e ceo di Michael Kors -. Per oltre 40 anni Versace ha rappresentato l'emblema del lusso italiano e siamo entusiasti che entri a fare parte della nostra famiglia di luxury brand».
«Investiremo sulla crescita - ha aggiunto - per un marchio che crediamo sia in grado di superare i 2 miliardi di dollari di vendite. La forza di Michael Kors, unita a quella di
Jimmy Choo (rilevato da Michael Kors Holdings per circa un miliardo, ndr) e ora di Versace, è la base per futuri anni di crescita a livello di turnover e utili».
Idol ha precisato che
Donatella Versace «continuerà a guidare la visione creativa dell'azienda» e il ceo
John Akeroyd resterà al suo posto. Esce di scena
Blackstone, il fondo che deteneva il 20%.
Donatella Versace ha spiegato che lei, il fratello
Santo e la figlia di lei,
Allegra Versace Beck, diventeranno azionisti di Capri Holdings, «il che dimostra la fiducia nel successo a lungo termine della griffe, all'interno di questo nuovo gruppo globale del lusso. Con questa operazione Versace potrà esprimere il suo pieno potenziale» (nella foto, da sinistra, John Akeroyd, Donatella Versace e John D. Idol).
Nei piani di lungo periodo per Versace ci sono, oltre al raggiungimento dei 2 miliardi di dollari di ricavi, l’espansione della rete retail con 200-300 aperture, un’accelerazione dell’e-commerce e lo sviluppo dell’omnicanalità. A livello di prodotto, l’idea è di portare i ricavi derivanti dalle calzature e dagli accessori (uomo e donna) dal 35% al 60% del totale.
L’acquisizione della Medusa dovrebbe portare il gruppo quotato sul Nyse a raggiungere gli 8 miliardi di dollari di fatturato consolidato, nella previsione di lungo termine, e una diversificazione geografica meno sbilanciata sulle Americhe (il peso dell’area dovrebbe scendere dal 66% al 57%) e più esposta all’Asia (dall’11% al 19%). La quota delle vendite relativa all’Europa è prevista pressoché invariata, a un quarto circa del giro d'affari totale (dal 23% al 24%).
A livello di utili, l’operazione avrà effetti diluitivi fino al 2020. I benefici concreti cominceranno a vedersi, nelle stime dei vertici, dal 2021 (con una crescita “low single digit”) e ancora di più dal 2022 (con incrementi "high-single digit").
Il closing dell’operazione è stimato per il quarto trimestre fiscale. Successivamente Michael Kors Holdings cambierà nome in Capri Holdings, nonché il simbolo delle azioni alla Borsa di New York (da KORS a CPRI).
La ridenominazione è ispirata all’isola italiana, riconosciuta come una destinazione del lusso iconica e glamorous. I faraglioni richiamerebbero i tre marchi da cui la newco ha origine, in quanto simbolo di heritage e solide radici.
La transazione non è soggetta a condizioni di finanziamento. Il pagamento sarà in parte in contanti, attingendo a linee di credito revolving già esistenti e tramite un prestito sindacato con gli advisor
JPMorgan Chase Bank,
N.A. e
Barclays. La famiglia Versace riceverà azioni di Capri Holdings Limited per un valore di 150 milioni di euro.
Con l'ufficializzazione dell'operazione, all'apertura della Borsa di New York le azioni Michael Kors registrano un -0,4% a 66,45 dollari per azione. Attualmente, l'azionista con la quota maggiore è la società d'investimenti
Vanguard Group, che ha oltre il 10% del capitale.
Seguono, tra i primi cinque, i fondi
Blackrock, la società di servizi finanziari e bancari
State Sreet Corp., l'i
nvestment management firm Aqr Capital Management e la società d'investimenti
Fmr.
a.b. e e.f.