Per Vivarte si avvicina il momento della vendita di Chevignon. Dall’inizio dell’anno il gruppo francese ha ceduto le calzature André a Spartoo, il ready-to-wear Naf Naf al gruppo cinese La Chapelle & Co e, lo scorso settembre, Besson Chaussures al fondo Weinberg Capital Partners. Nel 2017 aveva venduto Kookaï, Pataugas e Merkal Calzados.
La ricerca di un compratore per il brand Chevignon (nella foto, una recente capsule con il brand 032c) risale al 2016 e ora, come riporta fashionnetwork.com, Vivarte sarebbe in trattative in esclusiva con il Gruppo Royer, catena bretone di negozi di calzature.
Nel portafoglio di Vivarte, che nel 2017 accusava perdite oltre i 300 milioni di euro, al momento restano anche i marchi Caroll, Cosmoparis, La Halle, Minelli e San Marina, per un totale di 2.500 punti vendita in 10 Paesi, 10mila collaboratori e ricavi pari a 1,8 miliardi di euro.
Il processo di ristrutturazione del gruppo presieduto da Patrick Puy è sintomatico della situazione di difficoltà che sta attraversando il segmento abbigliamento e calzature in Francia. Il giro d’affari dell’abbigliamento lo scorso anno era di 28 miliardi di euro, circa 4 miliardi in meno rispetto al 2011.
In base ai dati dell’Osservatoire economique dell’Institute Français de la Mode, nel decennio 2007/2017 i consumi di tessile-abbigliamento nell’Esagono sono scesi del 14% in valore. Questa flessione è strettamente connessa a un altro dato: il peso delle vendite di abbigliamento online è passato dal 2% del 2006 al 16,5% nel 2016. Secondo il Barometro di Fevad/Csa, nel 2017 l’abbigliamento era in testa agli acquisti digitali dei francesi.