IL PUNTO CON LA PRESIDENTE GABRIELLA D’ARCANO

Frau: «Innovare sempre, come ci ha insegnato il fondatore»

Un 2022 in crescita del 25%, oltre i 23 milioni di euro di ricavi, e la campagna SS23 chiusa con un +5%: sono tutti a segno più i risultati di Frau, azienda calzaturiera fondata a Torino nel 1952 da Renzo d’Arcano, che a metà anni Sessanta ebbe l’intuizione di spostare la sede nel veronese, che anche grazie a questa realtà sarebbe diventato uno dei più importanti distretti nazionali della calzatura e della pelletteria.

Presente alla recente edizione del Micam con la collezione FW 23/24, il brand ha puntato per l'uomo su modelli ispirati allo stile norvegese, con effetti vintage e camosci, mentre per la donna prevale lo stile ladylike, elegante e chic, in materiali esclusivi tra cui la pelle lucida, i velluti, i laminati e il broccato, strizzando l’occhio all’ispirazione inglese e al grunge.



«Ancora più di sempre - commenta la presidente Gabriella d’Arcano, figlia del fondatore - abbiamo investito in un prodotto basato sì sull’heritage ma anche molto proiettato verso le novità, dove ormai la parte donna è salita al 60% e crescerà ancora».

Gabriella d’Arcano cita inoltre Cromier, una nuova linea d’impronta urban-chic dove protagoniste sono le sneaker, sempre al maschile e al femminile, «per una clientela che si sta mediamente ringiovanendo e richiede anche questo tipo di prodotto, ideale da comunicare anche sui social».

Ispirandosi all’intraprendenza del fondatore, Frau riesce a coniugare la sua lunga storia, all’insegna del legame con il territorio, dell’attenzione alle persone (l’organico è composto da 175 lavoratori) e di un made in Italy in materiali italiani, contraddistinto da un ottimo rapporto qualità-prezzo, con l’apertura al digitale e alla tecnologia. «Partendo dal presupposto che alla clientela dobbiamo sempre offrire il meglio e in tempi veloci - afferma l’imprenditrice - siamo stati tra i primi a introdurre i robot negli stabilimenti. L’anno scorso, inoltre, abbiamo rinnovato il nostro sito e alla voce e-commerce siamo intorno a un 4%/5% del fatturato. Una percentuale che aumenterà, anche se il fulcro della distribuzione restano i negozi fisici».

Il canale wholesale è presidiato attraverso un migliaio di punti vendita, di cui circa 100 all’estero, cui si aggiungono nel retail otto monomarca. «Oltreconfine possiamo fare di più - anticipa Gabriella d’Arcano - con un focus su mercati come Turchia, Grecia, Austria, Spagna e Slovenia, ma prendendo in considerazione anche l’Asia: in Giappone si stanno aprendo belle opportunità di sviluppo».

 

 

a.b.
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