Il rilancio del marchio di beachwear

Emamò è tutto nuovo: cambiano proprietà, management e stile

Parte da Milano, e in particolare da Villa Necchi Campiglio, il tour di rilancio di Emamò, brand di beachwear fondato negli anni ’90 e che dopo diverse gestioni è stato recentemente rilevato dalla società Plm, già proprietaria del marchio Pamilla.

«Siamo ripartiti dalla PE 2022 - racconta il nuovo amministratore delegato Fabrizio Santucci - e, nonostante gli anni di stop e la campagna vendita fatta a settembre anziché a giugno, siamo riusciti a raccogliere oltre 100 ordini da punti vendita premium italiani in località chiave come Capri, Forte dei Marmi e Cortina, più una quindicina all’estero, soprattutto tra Francia e Germania.

La sfilata si è svolta il 4 aprile nella storica location milanese («abbiamo scelto Villa Necchi Campiglio perché è la prima dimora milanese a essersi dotata di una piscina privata», ricorda Santucci) ed è stata anche l’occasione per annunciare altri, importanti passi della strategia di crescita per Emamò.

«A partire dalla stagione PE 2023 amplieremo la presenza del marchio grazie a nuovi contratti di distribuzione e lanceremo la linea bimba, che svilupperemo con una logica mini-me, uno sviluppo naturale visto che la nostra stilista Rina Mencarelli ha un forte know how anche nella moda junior», aggiunge Santucci.

La collezione che ha sfilato a Milano e che segna il rilancio di Emamò conta un’ottantina di capi tra costumi da bagno e una vasta gamma di articoli fuori acqua tra cui i caftani, tradizionale best seller del marchio.

La strategia di prodotto prevede, oltre alla collezione principale, il rilascio di capsule resort o legate a progetti speciali, che saranno vendute attraverso il wholesale e sull’e-shop del brand.

«Il nostro obiettivo da qui a tre anni - conclude Santucci - è di riportare Emamò sugli stessi livelli di fatturato dei tempi d’oro, ovvero intorno ai 6 milioni di euro».

an.bi.
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