impatto covid-19 tra 60 e 80 mln $ nel 2020

Abercrombie: trimestre e fiscal year a doppia velocità

Bene il marchio Abercrombie & Fitch, più lento Hollister Co.: così si possono riassumere i risultati del quarto trimestre e del fiscal year 2019 di Abercrombie & Fitch.

Nel quarter, chiuso con ricavi netti a quota 1,18 miliardi di dollari (+3%), le vendite comparabili di Abercrombie progrediscono dell'8%, totalizzando 474 milioni di dollari contro i precedenti 442 milioni, mentre quelle di Hollister calano del 2%, passando da 710 a 712 milioni.

Doppia velocità anche sui mercati, con un balzo da 778,5 a 814 milioni di dollari negli Usa (+3%), che controbilancia la sofferenza in ambito internazionale, attestata da un -3%, da 337 a 370 milioni di dollari.

Il trimestre vede l'utile operativo in regressione, da oltre 124 a 122,3 milioni di dollari.

Passando all'anno, le vendite nette salgono leggermente (+1% su base reported) a 3,62 miliardi di dollari, con Abercrombie ancora trainante (+3%, pari a 1,4 miliardi di dollari) e Hollister che, in lieve impasse (-1%), si ferma a 2,1 miliardi.

In questo caso il business International, che supera gli 1,2 miliardi di dollari, incassa un -4% e quello in madrepatria, oltre i 2,4 miliardi, aumenta del 3%. Quasi dimezzato l'utile operativo (da 127,4 a 70,1 milioni di dollari), anche in seguito a un'exit charge di 47 milioni di dollari per la chiusura di flagship store.

L'a.d. Fran Horowitz (nella foto) sottolinea, a proposito della trimestrale, che si tratta del terzo incremento di fila del fatturato, ricordando che la società sta attraversando una profonda fase di trasformazione, il che ha comportato una razionalizzazione a livello distributivo, di cui ha fatto le spese anche il mega flagship di Milano, che ha abbassato la saracinesca a maggio 2019.

Intanto Horowitz e i suoi collaboratori cercano di stimare l'impatto del Covid-19 sull'andamento del 2020.

«Innanzitutto - dicono - va specificato che nel 2019 la regione Apac ha contribuito per il 10% o meno al giro d'affari netto, con Cina e Hong Kong intorno al 5%. A livello produttivo, l'esposizione dell'azienda nella Repubblica Popolare è stata del 22% nel 2019, dal precedente 36%. Nel 2020 si assottiglierà, posizionandosi nella fascia low-teens».

Ad ogni modo, il sell out non resterà immune dall'onda d'urto generata dal coronavirus: nel 2020 le vendite nette dovrebbero risultare stabili o in arretramento del 2%, a causa di quei 60-80 milioni di dollari di mancati introiti (di cui 40-50 milioni già nel primo quarter) legati, in modo diretto o indiretto, all'emergenza sanitaria, senza contare gli ulteriori 10 milioni riconducibili ai cambi valutari.

 

a.b.
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