Il gruppo spagnolo
Inditex (nella foto il presidente
Pablo Isla), proprietario di catene di abbigliamento come
Zara e
Massimo Dutti, ha chiuso il bilancio al 31 gennaio 2020 con un utile in aumento del 6% a 3,6 miliardi di euro, inferiore alle stime degli analisti che ipotizzavano la cifra di 3,83 miliardi (fonte:
FactSect).
Al momento è troppo presto fare previsioni sugli impatti della pandemia, ma il management ha deciso di accantonare 287 milioni di euro, pensando ai possibili effetti sulle giacenze di magazzino della primavera-estate. In più ha congelato ogni decisione sul dividendo, che viene rimandata alla prossima assemblea degli azionisti di luglio.
Finora sono 3.787 i negozi chiusi in 39 Paesi, ma 11 sono tornati operativi in Cina.
Inditex ha archiviato l’esercizio con un fatturato in aumento dell’8% a 28,3 miliardi di euro. Le vendite in store e online fra il primo febbraio e il 16 marzo sono complessivamente diminuite del 4,9%, mentre dal primo al 16 marzo hanno accusato un -24%.
Rispetto ad altri player il gruppo è meno dipendente dalla Cina per gli approvvigionamenti e attualmente non ha ripercussioni a livello di supply chain. Il suo maggiore centro manifatturiero è la Spagna, dove il governo ha dichiarato lo stato di emergenza dal 14 marzo.
I vertici hanno confermato per il nuovo esercizio una crescita delle vendite like-for-like fra il 4% e il 6%.
Intorno alle 10 le azioni Inditex registrano un calo del 2% alla Borsa di Madrid.
e.f.