Il 2023 sarà per Meta «un anno di efficienza», come ha dichiarato Mark Zuckerberg a margine della pubblicazione dei risultati del quarto trimestre 2022: un periodo chiuso con ricavi pari a 32,2 miliardi di dollari, in calo del 4% ma collocati nella fascia alta della guidance, oltre a essere leggermente migliori rispetto alle attese degli analisti.
Complice il fatto che Zuckerberg ha annunciato un programma di buyback da 40 miliardi di dollari, le azioni di Meta a Wall Street hanno fatto ieri sera un balzo di oltre +23% - il più grande da dieci anni a questa parte -, recuperando in una sola seduta 100 miliardi di dollari di valore (dopo il bilancio del Q3 la società aveva perso 89 miliardi).
Spinto dagli azionisti, l’imprenditore statunitense si sta concentrando sulla riduzione delle spese di gestione, calcolando per l’anno in corso un taglio delle spese pari a 5 miliardi di dollari. Zuckerberg prevede un restringimento dell’organico soprattutto tra i manager di medio livello (ricordiamo che a novembre è stato annunciato il licenziamento di 11mila dipendenti), il taglio di progetti non particolarmente profittevoli, spese intorno agli 89-95 miliardi di dollari dal precedente outlook di 94-100 miliardi e maggiori investimenti in intelligenza artificiale, in particolare nell’AI generativa, volta a produrre nuovi contenuti.
Tutto ciò non cancella le ombre che pesano su Meta: per esempio, nel Q4 l’utile netto si è ridotto del 55% a 4,7 miliardi di dollari, sotto le stime del consensus fissate a 6 miliardi. Gli oneri di ristrutturazione si aggirano sui 4,2 miliardi.
In contemporanea anche Apple, Google-Alphabet e Amazon hanno comunicato la trimestrale, perdendo dopo la fine delle contrattazioni rispettivamente il 4%, il 5% e il 6%.
Se il gigante di Cupertino comunica cali sia sul fatturato - oltre i 117 miliardi di dollari, ma in contrazione del 5% e sotto le attese di una cifra superiore ai 121 miliardi -, sia sugli utili poco al di sotto dei 30 miliardi (-30%), Google - che si attesta a 76,05 miliardi di ricavi (+1%) - paga con un -34% di utili la flessione degli introiti pubblicitari, in riduzione del 3% a poco più di 59 miliardi di dollari.
Quanto ad Amazon, il giro di affari aumenta del 9% a 149,2 miliardi, oltre le proiezioni degli analisti che prospettavano 145,7 miliardi, a fronte però di uno scivolone dell’utile netto, da 14,3 miliardi a 278 milioni di dollari.
Tra le ragioni di questa impasse il lievitare dei costi e il declino del valore dell’investimento di Amazon in Rivian, società specializzata nei veicoli elettrici. La stima sul primo trimestre è di 121-126 miliardi di fatturato, con un incremento tra il +4% e il +8% su un anno fa.
«Pronostichiamo tassi di crescita più lenti nei prossimi trimestri», ha anticipato il cfo Brian Olsavsky. Il mese scorso il ceo Andy Jassy ha annunciato che verranno lasciate a casa 18mila persone, su un totale di 1,52 milioni al settembre 2022. Jassy si è detto comunque ottimista sulle prospettive nel lungo termine, «anche grazie al nostro focus maniacale sul customer service».