In liquidazione volontaria
Rilevata nel 2012 dall'imprenditrice kazaka Goga Ashkenazi, che l'aveva acquistata da Matteo Marzotto e da Gianni Castiglioni, la maison Vionnet e la sua holding Nvo hanno intrapreso la procedura di liquidazione volontaria «per ridefinire l'attività».. Lo ha annunciato in un comunicato la Ashkenazi, che ha manifestato l'intenzione di «entrare in una nuova fase della griffe, all'insegna della sostenibilità».
«Con l'esperienza e la saggezza acquisita nell'ambiente turbolento e in costante evoluzione dell'industria della moda - ha dichiarato la presidentessa e direttrice creativa del marchio - Vionnet ha deciso di ridefinire le proprie attività, alla luce dell'eredità senza tempo, della visione e del coraggio imprenditoriali di Madeleine Vionnet, con l'obiettivo di intraprendere percorsi innovativi di sviluppo sostenibile».
In quest'ottica, di recente Vionnet aveva firmato un'intesa con l'artista britannico Marc Quinn, per il lancio di una capsule eco-friendly battezzata "Sustainable Surf", lanciata da Selfridges lo scorso maggio. In occasione della Milan Fashion Week il marchio, che di solito investiva moltissimo in location prestigiose per i suoi eventi, ha rinunciato alla passerella e ha presentato la collezione nel giardino della casa privata della Ashkenazi, in centro della città.
Fondata nel 1912 da Madeleine Vionnet, la casa di moda era stata acquisita nel 2009 da Matteo Marzotto e Gianni Castiglioni, l'ex ceo di Marni, con l'obiettivo di dare nuova vita al brand.
Nel 2012 la maison era stata ceduta a Goga Ashkenazi, che ne aveva assunto anche la direzione creativa, in seguito all'uscita delle sorelle Barbara e Lucia Croce in quello stesso anno. Prima delle Croce, Vionnet era stata disegnata da Rodolfo Paglialunga, assoldato da Marzotto e Castiglioni.
Secondo indiscrezioni dello scorso anno, la Ashkenazi era alla ricerca di investitori per ridare slancio al business stagnante.
Nella foto, una proposta della collezione Vionnet autunno-inverno 2018-2019.
c.me.