In Spagna, dove produce internamente i suoi capi, è un piccolo fenomeno: con un business model fondato sul concetto di slow fashion e produzioni “contingentate” per garantire l’esclusività dei capi ed evitare l’over production ha decuplicato le vendite in soli 2 anni. Ora Byan prova a bissare il successo ottenuto in patria anche in Italia.
Il brand, specializzato in blazer da donna, inizierà a distribuire la collezione autunno inverno 2022/2023 anche nel nostro Paese. «Come in Spagna la strategia commerciale sarà principalmente direct to consumer, attraverso lo store online, che è la nostra principale vetrina, e allo stesso tempo continuare a esplorare i punti vendita nelle principali città italiane», racconta a fashionmagazine.it Andrea Moragues, fondatrice e direttrice creativa di Byan.
Il focus di Byan è su prodotti come blazer, cappotti e giacche, ma la collezione, che prevede due lanci all’anno, spazia oltre i capispalla con abiti, accessori e una linea junior. Il range di prezzo è compreso tra i 200 e i 340 euro. Caratteristiche che hanno portato il brand fondato da Andrea Moragues, a passare dai 50mila euro di fatturato nel 2020, ai 500mila attesi quest'anno.
Un’altra priorità di Byan è quella di sostenere il made in Spain, facendo lavorare solo laboratori e i piccoli artigiani, portando alla ribalta l’altra faccia della moda iberica che non è solo fast fashion. «Tutti i nostri pezzi sono prodotti in laboratori in Spagna, lontano dalla moda industrializzata- speiga Andrea Moragues -. Questo ci consente di optare per la migliore qualità e supportare il commercio locale. Sappiamo esattamente dove e in quali condizioni vengono realizzati i nostri capi, poiché riteniamo che sia essenziale essere molto vicini all'intero processo.
«Proponiamo capi che non seguono le tendenze del fast fashion, sono capi unici, realizzati in unità molto limitate -conclude -. Vediamo sempre di più i brand scommettere su questa filosofia e vediamo crescere le nostre community e supportare i nostri progetti, quindi è probabilmente vero che il movimento slow fashion sia solo agli inizi».