annual general meeting

Inditex: con l'e-commerce al +41% l'omnichannel accelera

All'annual general meeting di Inditex, il presidente e ceo Pablo Isla ha fatto il punto su traguardi raggiunti e obiettivi da centrare per il gruppo spagnolo, che ha chiuso il 2017 a quota 25,34 miliardi di euro, in aumento in tutte le aree di riferimento, e con un utile di 3,37 miliardi, stabilendo un dividendo di 0,75 euro per azione (+10,3% anno su anno e +70% se si considera l'ultimo quinquennio).

A dare una spinta al business non solo gli store fisici - 7.400 in 96 mercati, +7,4% per quanto riguarda le superfici di vendita - ma anche l'e-commerce, che attualmente di mercati ne conta 47 ma che è destinato a crescere, nel contesto di strategie omnichannel.

Infatti, come ha fatto notare Isla, «tutti i nostri brand hanno beneficiato di una forte integrazione tra store e piattaforme web». «L'anno scorso - ha precisato - le vendite online sono state il 12% del totale, con un incremento del 41% sul 2016».

Il top manager ha sottolineato lo sviluppo durante il 2017 di zara.com in nuovi Paesi - India, Thailandia, Malesia, Vietnam e Singapore, con la prospettiva di approdare in Australia e Nuova Zelanda nel 2018 - e le innovazioni «100% customer focused» del gruppo: dalle consegne il giorno stesso dell'ordine a Madrid, Londra, Istanbul, Shanghai, Taipei e Sydney, all'opzione next day delivery in Spagna, Francia, UK, Cina, Polonia e Corea del Sud, fino ai pick up point all'interno dei negozi per la merce ordinata online. Entro la fine di quest'anno, in tutte le nazioni dove l'e-commerce di Zara è attivo la gestione degli stock sarà completamente integrata.

Non sorprende, quindi, che in cinque anni il colosso iberico abbia investito oltre 7,7 miliardi di euro, di cui una consistente fetta (più di 1,5 miliardi) in tecnologia e migliorie logistiche.

Nel discorso di Isla non poteva mancare una lunga parentesi dedicata all'argomento del momento, la sostenibilità. In 21 Paesi, ha spiegato, il programma Closing the Loop è già realtà: in Spagna, in particolare, a 961 container installati nei punti vendita se ne aggiungono 1.800 su strada, in collaborazione con Caritas, senza contare il nuovo at home pick-up service, che presto verrà applicato anche alla Cina, nelle città di Pechino e Shanghai.

Un impegno che ha permesso di recuperare oltre 25mila tonnellate di vestiti dal 2016 a oggi «ed è solo l'inizio» ha puntualizzato il chairman e ceo di Inditex, aggiungendo che le etichette Massimo Dutti Join Life e WeAre the Change di Oysho hanno contraddistinto nel 2017 più di 73,6 milioni di capi in vendita nei negozi di questi marchi.

Non solo. In collaborazione con università e istituti di prestigio, e grazie anche al Mit Spain-Inditex Fund, sono allo studio progetti che Isla ha definito «pionieristici» nell'ambito del riciclo tessile.

«L'80% degli store del gruppo - ha precisato - è in linea con criteri di eco-efficienza, risparmiando il 50% di acqua e il 20% di energia in più rispetto ai negozi convenzionali».

L'ultima parte della sua relazione ha riguardato le strategie inclusive messe in atto dall'azienda, cui fanno capo attualmente 171mila dipendenti di 97 nazionalità: «La relazione di Inditex con le persone è all'insegna del rispetto delle diversità e delle uguali opportunità e possibilità di carriera».

Nell'ultimo anno sono stati creati 9.596 posti di lavoro, 2.480 dei quali in madrepatria. «Negli ultimi cinque anni - ha ricordato Isla - abbiamo generato 53mila posti nel mondo, 10mila dei quali in Spagna».

Nel 2017 i dipendenti hanno ricevuto complessivamente 562 milioni di euro, ricavati dagli utili della società, in aggiunta al loro salario base. Ulteriori 42 milioni si inseriscono nel profit-sharing plan straordinario, di cui lo scorso aprile hanno beneficiato circa 88mila impiegati in forze presso Inditex da almeno due anni.

Ultima puntualizzazione di Isla sulle tasse, che per il gruppo significano 5,96 miliardi di euro sborsati nel 2017, e sugli investimenti in iniziative umanitarie.

 

a.b.
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