in analogia con chanel ed hermès

Burberry non chiederà aiuti al governo per lo staff inattivo

Burberry continuerà a stipendiare i dipendenti in Gran Bretagna che non possono svolgere le proprie mansioni perché gli uffici o i negozi del brand sono chiusi. In analogia con altre griffe come Chanel ed Hermès, il gruppo guidato dall'italiano Marco Gobbetti non chiederà quindi aiuti al governo del Regno Unito, dove opera oltre un terzo della sua forza lavoro globale.

Allo stesso tempo il senior management ha deciso volontariamente di ridursi lo stipendio del 20% fra aprile e giugno. La somma a cui i top executive rinunciano confluirà nel Burberry Foundation Covid-19 Community Fund, creato all'inizio del mese per sostenere le comunità bisognose.

Nel fornire un aggiornamento sulle misure prese per proteggere lo staff dal coronavirus, come il rispetto dei protocolli sulla distanza sociale e la chiusura temporanea delle boutique, il gruppo fondato nel 1856 ha sottolineato il suo impegno a salvaguardare i posti di lavoro e a contribuire agli aiuti per fronteggiare l'emergenza sanitaria.

Questo va ad aggiungersi al sostegno dato dal brand all'Università di Oxford per la ricerca di un vaccino e alle organizzazioni benefiche che si occupano di fornire cibo alle persone indigenti.

Intanto nella fabbrica dei suoi iconici trench, a Castleford nello Yorkshire, sta producendo camici non chirurgici per il Servizio Sanitario Nazionale inglese. Attraverso la sua catena di fornitura provvede inoltre a fornire mascherine chirurgiche sia al SSN che ad associazioni caritatevoli.

Burberry fornirà un aggiornamento sull'andamento dell'esercizio fiscale (chiuso a fine marzo) il prossimo 22 maggio, dalla data inizialmente prevista del 14 maggio.

e.f.
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