La trasformazione di piazza Cordusio procede con un altro tassello. Svelato oggi (17 aprile) un nuovo format che unisce in un innovativo progetto di co-branding moda, food ed entertainment e due aziende made in Italy: il brand di intimo Yamamay e la catena di ristorazione casual dining Panino Giusto.
Al civico 2 della piazza, vicino alla nuova casa milanese di Starbucks e dove approderà presto il colosso giapponese Uniqlo, sono infatti arrivati due inquilini che con questo opening introducono importanti novità per il loro business model, nel segno della cross fertilization e dell'innovazione tecnologica.
In primis Yamamay, marchio di underwear nato nel 2001 da un'idea dell'imprenditore napoletano Gianluigi Cimmino e nell'orbita di Pianoforte Holding, cui fanno capo anche i brand Carpisa e Jaked.
La label di underwear ha infatti aperto i battenti del suo più grande monomarca in Italia, forte di circa 1.000 metri quadri di superficie su due piani e un concept inedito, che segna l'ingresso nel food retail insieme all'insegna Panino Giusto (al primo piano) e il lancio del suo primo progetto pilota in ambito omnichannel, con un'integrazione virtuosa tra fisico e digitale.
Numerose le novità tecnologiche in chiave omnicanale, sviluppate in tandem con Accenture, per creare una experience sempre più interattiva e customizzata, come spiega Barbara Cimmino, responsabile ricerca e sviluppo di Yamamay: «Monitor touch screen interattivi, pagamenti in mobilità, un ologramma in 3D che permette la visione di immagini tridimensionali in movimento, con l'effetto di una sfilata virtuale: mi piace pensare al nuovo flagship store di Milano - sottolinea - come a un luogo di passaggio che coniuga moda, food e innovazione tecnologica. Insomma, uno spazio di contaminazioni e sperimentazioni, in un ambiente realizzato con materiali ecosostenibili».
Il dialogo con i consumatori è al centro delle strategia, dentro e fuori lo store, senza soluzione di continuità fra spazio fisico e virtuale: oltre a personal shopper dotati di tecnologie di mobile payment (che seguono il cliente dal suo ingresso nel negozio fino alla fase del pagamento, eliminando così la necessità di doversi recare alle casse), Yamamay ha "arruolato" la fashion stylist Anna: «Una mobile chatbot, accessibile facilmente tramite Google assistant - spiega Alessandro Zanotti, managing director di Accenture, responsabile store innovation - che attraverso l'intelligenza artificiale individua lo stile di ciascuno, per suggerire i capi più in linea con i propri gusti e permetterne l'acquisto».
L'accesso alla fashion stylist può avvenire tramite il proprio account Google, senza dover installare applicazioni sullo smartphone: seguendo i consigli di Anna, l'utente ha la possibilità di collegarsi al sito di Yamamay per procedere direttamente all'acquisto, beneficiando anche del servizio click&collect.
Accanto alla velocità e comodità di una spesa online, i consumatori possono però decidere di recarsi in negozio e magari provare lo store esperienziale di piazza Cordusio, dove oltre all'assortimento di Yamamay (che offre anche la possibilità di personalizzare i capi con le proprie iniziali o piccoli disegni attraverso una macchina ricamatrice), li attende l'atmosfera ovattata ed esclusiva di Panino Giusto First Floor, che per la prima volta occupa uno spazio al primo piano, non su strada, con 450 metri quadri di superficie e ampie finestre con vista sui palazzi storici del centro.
«Ho trovato in Yamamay - spiega Elena Riva, presidente di Panino Giusto - una base valoriale comune, che è stata la scintilla del percorso di partnership. In particolare, Barbara (Cimmino, ndr) ed io siamo impegnate sul tema della valorizzazione del talento, soprattutto di quello femminile. Per questo abbiamo investito nella figura di una giovane chef stellata, Caterina Ceraudo».
32 anni, Caterina per l'occasione ha creato un panino speciale, dedicato alla sua difficile, ma promettente regione, la Calabria: «Questa sua creazione - dice Riva - entrerà stabilmente nel menu, per testimoniare il talento dei giovani che si impegnano, non solo per loro stessi, ma anche per lo sviluppo del proprio Paese».