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Il braccio di ferro con Gimeno costa 8,5 milioni a El Corte Inglés

Già dimessosi a giugno da presidente di El Corte Inglés, Dimas Gimeno ha firmato un'intesa con il gruppo per lasciare la carica di consigliere d'amministrazione, poche ore prima che il cda del retailer procedesse alla sua destituzione. L'epilogo di mesi di negoziazioni.

Secondo indiscrezioni di stampa, a Gimeno andrebbero 8,5 milioni di euro: il quotidiano El País, in particolare, ipotizza 5 milioni relativi a una clausola di non concorrenza, 2 di indennizzo e 1,5 in seguito alla rescissione del contratto prima della sua naturale scadenza.

La sua posizione era già a rischio da maggio, quando Marta e Cristina Álvarez - figlie adottive dell'ex numero uno dell'azienda, Isidoro, zio dello stesso Gimeno, e detentrici del 69% del secondo azionista, la Cartera de Valores Iasa - avevano lanciato contro di lui una mozione di censura.

A giugno Gimeno (chairman dal 2014, anno della morte di Isidoro Álvarez), non ha potuto che arrendersi: la sua uscita di scena come presidente è stata messa ai voti con otto favorevoli, un astenuto e un contrario e Jesús Nuño de la Rosa ha preso il suo posto.

Da allora Gimeno è rimasto nel cda, ma non si è dato pace: ha annunciato che avrebbe dato del filo da torcere al consiglio e così ha fatto.

La somma destinatagli dovrebbe placare i suoi istinti bellicosi, ma solo in parte: sembra che l'ascia di guerra con le figlie di Álvarez non sia stata ancora seppellita.

Nell'esercizio fiscale chiuso il 28 febbraio scorso il giro d'affari dell'insegna iberica di department store da oltre 700 milioni di clienti e 92mila addetti ha sfiorato i 16 miliardi di euro, con un incremento di quasi il 3% e indicatori economici in generale molto positivi, tra cui un utile netto di 202 milioni, in aumento del 24,9%.

Il neo chairman Jesús Nuño de la Rosa punta ancora più in alto: il suo obiettivo è tornare ai fasti del 2007, quando il turnover sfiorava i 18 milioni, investendo in omnicanalità e internazionalizzazione.

Recentemente l’ex primo ministro del Qatar, Sheikh Hamad Bin Jassim Bin Jaber Al Thani, è diventato il terzo azionista, controllando il 12,25% del capitale, contro il 10% del 2015, quando era entrato nella compagine azionaria. La Fundación Ramón Areces detiene il 37,39% e Cartera de Valores Iasa il 22,18%.

a.b.
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