Azioni in discesa a Piazza Affari

Geox: settimana scorsa -44% i ricavi in Italia, -20% in Europa

Il gruppo Geox ha chiuso il bilancio 2019 con una perdita netta di 24,8 milioni di euro, dai 5,3 milioni di rosso del 2018. Se si escludono l’impatto dell’Ifrs 16 e i costi di ristrutturazione, il risultato netto è negativo per 10,6 milioni, dal precedente utile di 2 milioni di euro.

In chiusura di seduta le azioni della scarpa che respira accusano un -11% alla Borsa di Milano, mentre l’indice Ftse Mib scende del 3,5%. Cali meno bruschi per altri titoli della moda come Ferragamo (-2,2%), Brunello Cucinelli (-1%), Tod’s (-4,5%) e Moncler (-1,5%) mentre Aeffe sale (+1,5%).

In base al bilancio approvato ieri, l’ebit 2019 rettificato del gruppo si è attestato a -3 milioni di euro, dai 15 milioni del 2018. In diminuzione del 3,3% i ricavi (a cambi costanti), a 809,9 milioni: su questa cifra, già anticipata in gennaio, pesa la riduzione del perimetro nei canali multimarca e franchising.

«Il 2019 - spiega il ceo Livio Libralesso - è stato caratterizzato da un contesto particolarmente complesso. Oltre alle tensioni socio-politiche in alcuni mercati, Francia e Hong Kong in primis, e ai rilevanti cambiamenti nei rapporti in Europa con la Brexit, l’intero settore ha dovuto far fronte al profondo e continuo cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori, sempre più digitali».

A proposito della riduzione del perimetro distributivo, Libralesso ha spiegato che alcuni player più piccoli sono usciti dal mercato, inoltre Geox ha assunto un approccio più selettivo verso alcune controparti e alcune aree, «volto a ridurre i rischi del business e a tutelare l’immagine del brand».

La perdita in bilancio risente di 15 milioni di euro di oneri non ricorrenti legati alla decisione di uscire, dal 2020, da 80 negozi non profittevoli. «Ci permetterà - ha commentato il ceo - di creare le basi giuste per il miglioramento del profilo di redditività del gruppo».

In merito all’avvio del 2020, Libralesso ha dichiarato: «Dopo essere state positive fino a fine gennaio 2020 (low to mid single digit), le vendite hanno subito gli impatti derivanti dal contagio del nuovo coronavirus prima in Cina e in Asia-Pacifico poi, dalla seconda metà di febbraio, in Italia e in maniera meno impattante nel resto d’ Europa». «A oggi - ha precisato - le vendite comparabili sono in calo quasi del 5%, considerando anche i negozi temporaneamente chiusi. In linea con il 2019, si conferma in buona crescita il mercato russo, con vendite comparabili in aumento del 10%. Resta inoltre positiva, anche nelle ultime settimane, la performance del canale online diretto (+25% da inizio anno) con trend sostenuti in tutti i mercati core, tranne la Cina».

Geox realizza in Cina il 2,1% dei ricavi e dopo lo stop per 20 negozi in febbraio (18 in Cina e 8 a Macao) attualmente mantiene chiuso solo un outlet. Il managment parla di crollo generalizzato del traffico dell'87% nel mese di febbraio e di una conseguente riduzione dei ricavi dell'85% like-for-like. La flessione cumulata alla nona settimana da inizio dell'anno (terminata domenica primo marzo) risulta del 50%.

La scorsa settimana in Italia le vendite comparabili di Geox hanno subito un -44%, flessione che porta in territorio leggermente negativo la performance like-for-lke cumulata da inizio anno.

Nel resto d'Europa la scorsa settimana c'è stato un calo del traffico del 20% con analoga diminuzione delle vendite. La performance like-for-like cumulata da inizio 2020 risulta in linea con l'esercizio precedene.

Per quanto riguarda gli approvvigionamenti, non sono attesi impatti significativi. Il gruppo veneto acquista circa il 4% dei prodotti finiti (per lo più abbigliamento) e si rifornisce da fornitori cinesi per una parte delle materi perime per la produzione in Estremo Oriente. «Dopo il 24 febbraio - precisano da Biadene di Montebelluna - la produzione è ripresa gradualmente e la totalità dei forntirori di Geox oggi è operativa, seppure non a pieno regime, a causa delle limitazioni alla mobilità del personale».

e.f.
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